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Alan Moore e... Il Crepuscolo degli Eroi

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Alan Moore.
Nel lontano 1999 per il quarto numero della fanzine Clark's Bar (fotocopiata; tiratura di circa 100/150 copie) firmai, insieme a Bram Storming, un lungo pezzo su Twilight of Superheroes, crossover del cosmo DCideato da Alan Moore negli anni '80 e mai realizzato. Lo ripropongo nel seguito, con minime correzioni. Buona lettura! (Fa un po' strano rileggere il proprio se stesso... del passato!)

Per chi fosse interessato il proposal di Mooreè, al momento, disponibile qui. Direi di affrettarvi, magari... potrebbe sparire (per rispuntare chissà dove)!
Illustrazione di Francesco Bortolotti (da Clark's Bar N.4, 1999).
IL CREPUSCOLO DEGLI EROI
- L’EPICO PROGETTO DI ALAN MOORE CHE NON LEGGEREMO MAI -
a cura di Bram Storming & smoky man

Se non puoi credere in quello che leggi in un fumetto, in che cosa puoi credere? Bullwinkle J. Moose

Diciamocelo chiaro: chi legge le fanzine è un lettore particolare, avventuroso, curioso e un po’ “fanatico”, sempre alla ricerca di quel “qualcosa” in più - notizia inedita, aneddoti e quant’altro -  capace di appagare la propria fame di Fumetto.
Con quest’articolo speriamo di accontentare anche i palati più golosi andando alla scoperta di quello che, soprattutto per gli amanti del fumetto made in U.S.A, è considerato una sorta di Graal, uno di quei Racconti Perduti che dovevano essere e non saranno mai.
Parleremo del “mitico” progetto TWILIGHT OF SUPERHEROES (“Il Crepuscolo dei Supereroi”), una proposta editoriale mai pubblicata che l’inglese ALAN MOORE - probabilmente il più grande sceneggiatore di comics americani, basti citare il capolavoro assoluto Watchmen - avanzò nel lontano 1986 (o 1987?) con l’intento di scrivere l’Ultima Storia per i supereroi del DC Universe.  Tale progetto venne alla luce in tutti i suoi dettagli nel 1995 grazie a un resoconto  miracolosamente comparso sul Web (per i dettagli leggete la sezione ”Weblight” alla fine di quest’articolo).
Ma non perdiamoci in chiacchiere: è giunto il tempo in cui silenti possiamo osservare…

GLI EROI AL TRAMONTO
- ovvero come dire e non dire -
Primo decennio del ventunesimo secolo. L’umanità, incapace di gestire attraverso le istituzioni tradizionali, cambiamenti sociali sempre più veloci ha di fatto consegnato se stessa nelle mani dei supereroi divenuti membri di vere e proprie famiglie reali. Sebbene i governi continuino  a esistere e siano tutt’altro che disgregati, i vari Stati americani hanno ciascuno il proprio gruppo di superesseri che vigila sulla loro sicurezza. I supereroi riunitisi in clans, ciascuno “a guardia” di una regione, hanno costituito otto Casati (Houses), di diverso prestigio e potere, coinvolti in inevitabili intrighi per aggiudicarsi il ruolo di guida mondiale.
Benvenuti nella tecnologica America feudale di inizio millennio!

Ecco quindi cosa preparava il divino Moore sul finire del 1986: una succulenta storia apocalittica, un grande crossover epico con l’obiettivo di scrivere un possibile THE END per il Mito dei supereroi del cosmo DC.
Ma facciamo un po’ d’ordine ricordando cosa succedeva nel 1986. In quell’anno vedevano la luce Watchmen dello stesso Moore e Dave Gibbons, Il Ritorno del Cavaliere Oscuro di Frank Miller e il primo crossover globale targato DC, Crisis on  Infinite Earths di Marv Wolfman e George Perez (nel 1985 era uscito per la Marvel Guerre Segrete): un anno importante, non c’è che dire!
E proprio Crisis è il primo riferimento di Moore per Twilight. Si tratta di una fondamentale saga nello spazio-tempo capace di ricondurre il cosmo DC, prima organizzato in Terre Parallele, su un’unica linea temporale, azzerando di fatto decenni di storie e dividendo le vicende di Superman & Co. in continuity pre e post-Crisis. Di fatto Crisis causò più danni di quelli che voleva riparare: numerosi autori continuarono per diverso tempo a ignorare sulle loro testate gli eventi di Crisis e infatti, per concludere quest’opera di razionalizzazione, fu necessaria nel 1994 una nuova saga, Zero Hour: Crisis in Time (ahrrrgg!!!).
Ma sentiamo il parere di Mr. Moore:
Sebbene il motivo era puro e lo scopo giusto riguardo a Crisis, non possono non dire che, nel tentativo di consolidare e razionalizzare il Cosmo DC, sia stata creata una situazione potenzialmente ancor più destabilizzante e precaria…Sulla scia dell’alterazione temporale di Crisis ci è stato lasciato un universo dove l’intera continuity precedente semplicemente non è mai accaduta… Credo che questo sia pericoloso per diverse ragioni… Stabilendo il precedente dell’alterazione temporale, viene posto un inconscio sospetto su ogni storia ambientata nel futuro e su tutte quelle svolte nel passato. I lettori di lunga data potrebbero avere la sensazione che le storie che hanno seguito avidamente per tanti anni vengano invalidate, che tutti gli innumerevoli flussi narrativi non fossero diretti da nessuna parte se non verso un arbitrario “punto di cesura”. Di conseguenza, i lettori attuali, potranno avere la sensazione che le storie che stanno attualmente leggendo hanno un significato relativo visto che, tra dieci anni, qualche onnipotente divinità fumettistica, un editore o lo Spettro, potrà tornare indietro nel tempo e cancellare tutto, pronto per ricominciare.”
Per far fronte alle discrepanze che possono sorgere nella gestione di un crossover come Twilight con ripercussioni su testate gestite da scrittori e disegnatori diversi, la soluzione è semplice e geniale: “utilizzare un espediente narrativo attraverso il quale la scelta dei diversi sceneggiatori di partecipare o non partecipare al crossover sulle loro testate avrà ripercussioni sulla storia. Se scelgono di essere coinvolti attivamente nel progetto allora tutto bene. Se rifiutano, allora l’atto stesso di rifiutare diverrà parte della narrazione senza fare violenza alle testate coinvolte.
La seconda ispirazione per Twilightè Il Ritorno del Cavaliere Oscuro, una storia di Batman che Frank Miller ambienta in un mondo del futuro, fuori continuity, buio e opprimente in cui gli eroi sono vecchi, incarogniti e disillusi: una pietra miliare nel mito dell’Uomo Pipistrello.
Il Dark Knight di Frank… nonostante non fosse inserito nella continuity, ha consolidato la leggenda di Batman e brillantemente ridefinito il personaggio per il pubblico degli anni ’80, e nessuno si è curato della continuity perché la storia era dannatamente buona…
Uno dei motivi che impediscono alle storie di supereroi di raggiungere lo status di autentici miti moderni o leggende è il fatto che hanno un finale aperto. Una qualità essenziale di una leggenda è che gli eventi sono chiaramente definiti nel Tempo; Robin Hood diventa un fuorilegge a causa delle ingiustizie di Re Giovanni e dei suoi sgherri. Questa è la sua origine. Incontra poi Little John e Frate Tuck e gli altri. Vince il torneo sotto travestimento, si innamora di Lady Marian e si oppone allo Sceriffo di Nottingham. Questa è la sua carriera che comprendere amore, principali avversari e la formazione di un supergruppo di cui far parte. Vive fino a vedere il ritorno di Re Riccardo ed è infine ucciso da una donna non prima di aver lanciato un‘ultima freccia a indicare il posto dove essere sepolto. Questo è il finale – si può applicare lo stesso paradigma a Re Artù, Davy Crockett o Sherlock Holmes con uguale successo. Non è possibile applicarlo a molti personaggi dei fumetti perché, per motivi commerciali, non possono avere un finale…
Con Dark Knight, Frank ha creato un adattissimo ed emotivo coronamento per la leggenda di Batman rendendolo una… leggenda piuttosto che una continuity senza fine… In Twilight mi piacerebbe cercare di fare la stessa cosa per l’intero Cosmo DC… Essendo situato in un futuro possibile, non vi è nulla che non possa essere fatto e, allo stesso tempo, vi sarà un reale e tangibile effetto sulla continuity di molti personaggi all’interno delle loro testate… Adoro le storie ambientate in mondi paralleli… e alcune delle migliori storie DC sono legate all’idea delle Terre alternative… Quello che propongo è qualcosa che dovrebbe permettere la possibilità di raccontare avventure in mondi paralleli e di revisionare vecchie continuity con ancora potenzialità senza ricadere nella faccenda “Terra-1 fino a Terra-15” che ha originato Crisis.

Come fare?
Alcuni membri della Legion of Super-Heroes e Rip Hunter decidono di perlustrare il nuovo flusso temporale per testarne i limiti dopo gli eventi di Crisis. Finiranno intrappolati in una zona di fluttuazione temporale (in realtà una macchinazione del Time Trapper per propri e misteriosi fini) senza possibilità di fuga né nel passato né nel futuro.
E questa “bolla” di tempo, in cui si svolge Twilight, è la carta vincente del progetto di Moore per andare oltre Crisis.
La zona di fluttuazione distorce una porzione del flusso temporale, diciamo, dal 1990 all’anno 2010. Con poche eccezioni, nulla potrà entrare o uscire da questo Groviglio del Tempo… All’interno di questa bolla numerose realtà alternative diventano nuovamente possibili anche se solo in quest’intervallo di vent’anni. Sebbene noi non esploreremo nessuna di queste realtà, se non quella di Twilight, le possibilità di storie ambientate entro la fluttuazione, da realizzare sugli albi regolari, sono senza limiti… Poiché viaggiare dalla normale continuity dentro la bolla sarà praticamente impossibile se non in circostanze eccezionali, il problema d’avere un numero infinito di mondi paralleli e di danneggiare la linea temporale post-Crisis saranno minimi.
Ecco quindi gettata la rete di sicurezza, ora tocca ai trapezisti volteggiare. E chi se non il buon John Constantine, creatura di Moore sulle pagine di Swamp Thing, a tentare il quadruplo salto mortale? Infatti mentre Rip Hunter e i Legionari sono impegnati a cercare un modo per sfuggire dalla bolla e dal mondo di Twilight, Hunter incontra Constantine, che sembra essere uno dei principali manovratori dietro l’incombente apocalittico scontro tra i supereroi. Prima che i nostri riescano finalmente a uscire dalla fluttuazione, John avvisa Hunter di mettersi in contatto col Constantine del suo tempo, il 1987, in modo che possa aiutarlo nel mettere in guardia i supereroi della Terra dal possibile pericolo e nel cercare un modo per prevenire un...

OSCURO FUTURO POSSIBILE
- ovvero grandi rivelazioni -
Nel mondo di Twilight i supereroi che conosciamo sono organizzati in 8 Houses (Casati) con i due clan della House of Steel e della House of Thunder con uno status di autentiche Superpotenze.
Va però precisato che non tutti i supereroi sono entrati nei clan, molti vivono come cani sciolti popolando le zone malfamate, i sobborghi delle grandi città come Gotham e Metropolis.
La House of Steelè capeggiata da Superman: una figura moralmente travagliata che non sa quale sia il modo migliore per fronteggiare il caos che vede circondarlo ma che capisce la necessità di mantenere almeno la stabilità del Casato. L’Uomo d’Acciaio è sposato con Wonder Woman (ora Superwoman) da cui ha avuto due figli: un maschio, il perverso Superboy, diciottenne al tempo di Twilight, e una femmina, Supergirl, figlia posata e gentile.
La House of Thunder invece fa capo alla famiglia Marvel più alcune aggiunte. Capitan Marvel è il patriarca: un personaggio ancor più segnato di Superman poiché, oltre al caos imperante, la sua famiglia ha il problema di avere degli alter ego umani. Al fianco di Capitan Marvel c’è Mary Marvel, che ha sposato più per ragioni di equilibrio col Casato di Superman che per vero amore. Troviamo inoltre Capitan Marvel Jr., ora un supereroe adulto e potente, quasi antagonista della figura di Capitan Marvel di cui soffre l’eterna ombra.
A complicare le cose Mary Marvel e Capitan Marvel Jr. sono legati da un legame d’amore clandestino che il Capitano ignora (una tresca sul modello di Ginevra e Lancillotto). L’altro membro del clan è Mary Marvel Jr., figlia di Capitan Marvel e Mary Marvel Sr., e promessa sposa di Superboy nell’ottica di un imminente matrimonio d’interesse tra i due Casati per un definitivo predominio sulle altre House e sul mondo.
Gli altri Casati comprendono:
- la House of Titan, composta dai Teen Titans ora adulti e capeggiati da un tetro Nitghwing.
- la House of Mystery con alcuni dei personaggi sovrannaturali del cosmo DC: Demon, lo Spettro, Zatara, Dr. Fate e uno strano amalgama di Baron Winter e Deadman. Partecipano poco alle cose del mondo presi soltanto dalla ricerca dei misteri dell’universo.
 - la House of Secrets, con alcuni dei super-criminali sopravvissuti alla purga capeggiata dalla JLA negli anni precedenti Twilight. Tra i membri, tutti invecchiati rispetto a come li ricordiamo, Luthor, il Joker, Gorilla Grodd, Catwoman, Chronos e Dr. Sivana. In grado di difendersi se attaccati, preferiscono in genere starsene tranquilli e nascosti.
- la House of Justice, il clan più potente insieme ai Titans dopo le due Superpotenze, costituito dai membri restanti della JLA. Il gruppo ha tra le sue fila: Capitan Atom, Blue Beetle, Aqualad (il nuovo Aquaman), Wonder Girl, Flash (Wally West), Slipstream (una nuova Flash-donna), Capitan Comet e un Dr. Light donna.
- la House of Tomorrow, con i vari esiliati delle diverse epoche rimasti intrappolati nella “bolla” temporale, compresi Rip Hunter e i Legionari.
- la House of Lanterns, abbandonata e lasciata cadere in rovina. Poiché le Lanterne sono agenti dichiarati del potere alieno dei Guardiani sono stati banditi dalla Terra, insieme a tutte le altre razze aliene, in seguito a una purga svoltasi alcuni anni prima di Twilight. Sebbene non abbiano più un Casato sulla Terra, le Lanterne esiliate hanno stabilito un quartier generale d’emergenza su una delle lune di Marte dove, insieme alle altre razze aliene, cospirano alla ricerca di un modo per ritornare sulla Terra. Giunti a conoscenza dell’imminente unione, tramite il matrimonio tra i loro figli, della House of Steel e della House of Thunder, temono che questo porti tutte le altre Casate sotto il loro controllo e che la Terra venga così unificata e governata da un pantheon di divinità invincibili. Il loro timore è che un tale impero possa cercare di espandersi andando a conquistare i loro territori.

È giunto il tempo di…
Illustrazione di Francesco Bortolotti (da Clark's Bar N.4, 1999).
TWILIGHT: LA STORIA
- ovvero tutta la verità nient’altro che la verità -
Come spiega Alan Moore nel Plot, la storia inizia dalla conclusione, in una pagina di prologo ambientata sul finire del 1987 in un bar da qualche parte a New York. John Constantine è seduto a un tavolo a bere da solo. Una splendida bionda entra nel bar e notando Constantine, si avvicina e gli chiede se ha da accendere. Constantine, che siede stringendo in un pugno una lettera e nell’altro il bicchiere, la fissa come trasfigurato. Zoomiamo sulla sua faccia e poi parte un flashback.
Sostanzialmente l’intera serie di Twilight è costituita da ciò che passa nella mente di Constantine in quei due secondi che trascorrono prima che lui risponda alla donna.
Il flashback ci porta all’inizio del 1987, quando Constantine riceve una visita da Rip Hunter, che lui non conosce ma che incredibilmente sembra sapere tutto su Constantine, inclusi molti dettagli personali che non ha mai detto a nessuno. Colpito da ciò, Constantine ascolta la storia che Hunter gli racconta. Hunter gli riferisce di come sia stato intrappolato nella bolla temporale e abbia vissuto nella House of Tomorrow nel mondo di Twilight. Un mondo in guerra che ha fine con tutti i supereroi uccisi o esiliati dalla Terra per sempre. Ricevuto dal vecchio Constantine abbastanza informazioni da poter convincere il suo sé più giovane, è stato spedito indietro nel tempo per avere il suo aiuto e avvisare il mondo di questo apocalittico futuro.
Rip Hunter racconta gli eventi di Twilight, anche se ovviamente i lettori ne vengono a conoscenza leggendo la serie e le testate ad essa collegate.
Abbiamo già detto delle due purghe avvenute nel mondo di Twilight, una a danno dei supercriminali l’altra a danno delle razze aliene bandite dalla Terra. Ora, l’episodio centrale dell’intera vicenda è l’imminente matrimonio di Superboy con Mary Marvel Jr., malvisto sia dalle altre House sia dalle popolazioni aliene timorose di un possibile moto espansionistico di una Terra unita sotto i supereroi.
In tutto questo intrigo, troviamo i problemi interni dei due Casati leader. Nella House of Steel, Superman e Superwoman sono preoccupati per le incomprensibili tendenze al sadismo e ad atteggiamenti violenti manifestati da Superboy. Sono inoltre in pensiero poiché non riescono a trovare un compagno per la loro figlia visto che Capitan Marvel Jr. non sembra affatto interessato a lei. Sappiamo bene il perché: Capitan Marvel Jr. ha una relazione con Mary Marvel Sr. alle spalle del patriarca. Come se non bastasse, Mary Marvel Jr. non è per nulla contenta di andare in sposa a quel maniaco di Superboy.
Intanto i pezzi prendono posto sulla scacchiera.
Le forze aliene decidono di utilizzare Adam Strange, loro agente sulla Terra, affinché invii un Raggio Zeta che serva da passaggio per una armata d’invasione costituita da Hawkpeople, Marziani e Green Lantern Corps.
La House of Titans, la House of Justice e la House of Secrets, nonostante il rifiuto della House of Tomorrow e della House of Mystery, decidono di unire le forze e di attaccare il giorno del matrimonio nella speranza di distruggere i due Casati leader e spartirsi l’America.
Un consiglio segreto composto da The Shadow, Batman, Doc Savage e Tarzan organizza un piano per espellere dalla Terra tutti i superesseri.
In questo caos si muove il vecchio Constantine che, al corrente di tutti i piani grazie alla sua intatta capacità di manipolare le persone, garantisce il suo apporto esclusivo a tutte le parti perseguendo in realtà un proprio misterioso fine e in pratica fungendo da oscuro coordinatore della catastrofe. Infatti lo vediamo andare da Capitan Marvel, di cui conosce un misterioso segreto, e informarlo dell’imminente attacco confidando nel suo silenzio verso Superman, incitare Titans e JLA a colpire con forza e, al contempo, consigliare a Batman e a The Shadow di attendere il momento propizio per sferrare il loro attacco. Inoltre lo seguiamo nell’affannosa ricerca per i quartieri malfamati della città di due persone: lo scomparso Gold, uno dei Metal Men, e uno strano vecchio. Gold lo troverà e ingannandolo lo ucciderà per poi fonderlo; dal vecchio, che si rivelerà essere Metron, bandito dai Nuovi Dei per aver troppo osato nella sua brama di conoscenza, otterrà niente di meno che lo Scranno di Moebius.
Il giorno del matrimonio Titani, JLA e super-criminali sferrano il loro attacco con gravi perdite da ambo le parti. Wonder Girl viene uccisa da Superwoman a sua volta colpita a morte da Capitan Atom. Anche Superboy muore insieme alla maggior parte della JLA, Titans e super-criminali. Capitan Marvel Jr. e Mary Marvel, approfittando della confusione generale fuggono nello spazio, con loro va anche Mary Marvel Jr. Sul campo rimangono, spalla contro spalla, solo Capitan Marvel, che misteriosamente è stato in disparte nella lotta, e Superman pronti ad affrontare qualsiasi minaccia.
Ed ecco iniziare l’invasione aliena. Grazie al Raggio Zeta di Adam Strange un’intera armata extraterrestre giunge sulla Terra spazzando via quanto rimaneva della House of Titans, della House of Justice e della House of Secrets e avanzano. Superman di questo non si preoccupa poiché con al fianco Capitan Marvel gli alieni rappresentano una minaccia di poco conto. Ma qui arriva la sorpresa, il segreto di cui Constantine era al corrente: Capitan Marvel non è Capitan Marvel. Questi è morto sin dall’inizio di Twilight, ucciso mentre era nella forma umana di Billy Batson, dall’unico essere in grado di simularne i poteri senza essere scoperto: il mutaforma marziano Martian Manhunter. L’invasione aliena era un piano da tempo congegnato.
Scoperto l’inganno, Superman combatte con Manhunter uccidendolo grazie alla sua vista calorifera. Sup cerca poi di aprirsi una via di fuga attraverso l’orda aliena, venendo debilitato dagli anelli delle Lanterne e infine sconfitto e ucciso in duello da Sodal Yat, “l’Ultima Lanterna Verde”. Abbiamo così una dittatura aliena sulla Terra bella e pronta. Ma non è questo il progetto di Constantine.
Giungono infine sullo scenario di guerra un piccolo gruppo di supereroi reclutati da Constantine stesso insieme alle forze messe insieme da Batman e The Shadow. Molti di loro indossano una leggera armatura d’oro fatta col corpo dello sfortunato Gold che li rende immuni al potere degli anelli delle Lanterne inefficaci sul colore giallo. Gli alieni, colti di sorpresa, indietreggiano e la battaglia è in stallo fino a che gli invasori non rendono noto che è imminente l’arrivo di una imponente flotta extraterrestre è pronta a  spazzar via qualsiasi vana resistenza.
Ed è qui che Constatine gioca il jolly. Usando la Scranno di Moebius ha visitato il mondo d’antimateria di Qward. In cambio di una ferma promessa d’immunità per la Terra e il suo sistema, Constantine ha venduto loro il segreto del Boomdotto, anch’esso appreso da Metron. Mentre gli alieni stanno cercano di invadere la Terra, Thanagar, nuova Marte, Rann e Oa sono sotto la minaccia delle armate Qwardiane. Increduli gli alieni fanno frettoloso ritorno ai loro pianeti per combattere sul loro suolo una guerra che potrebbe richiedere secoli per essere vinta, se la vinceranno.  
Per la maggior parte, i superstiti non hanno superpoteri e molti sono più che pronti per gettare la maschera e rendere pubblica la loro identità. Constantine spiega che sotto la guida di Batman, di The Shadow e degli altri, l’America libera dai governi e dal pericolo di una super-dittatura potrà organizzarsi in un nuovo modo, in unità, sia sociali che economiche, più piccole e flessibili: una nuova Utopia senza più Eroi.
Questa ovviamente è la storia che il lettore legge, mentre quella che Rip Hunter racconta nel 1987 a John Constantine è ovviamente depurata del ruolo di gran burattinaio dell’Apocalisse svolto dal Constantine del futuro.
Il Constantine dei nostri giorni si è prodigato nel diffondere nella comunità supereroistica la visione del tetro futuro di Twilight, alcuni hanno recepito il pericolo altri no, con altri ancora non è riuscito a mettersi in contatto. È fermamente convinto che quello scenario sia terribile e di non aver fatto abbastanza per allertare tutti. Tutto quello che ha come consolazione è che, stando a quanto Rip Hunter gli ha raccontato, in un imprecisato momento nel futuro, incontrerà una donna che amerà per il resto della sua vita e che lascerà in lui un grande vuoto. Sa persino, grazie a Hunter, come la incontrerà. Lei entrerà in un bar e gli chiederà d’accendere; i loro occhi si incroceranno e …

Tutto questo ci riporta alla scena iniziale, al prologo con Constantine solo al tavolo del bar, stretta tra le mani la lettera che Hunter gli ha consegnato come ordinato dal vecchio Constantine, il Constantine di Twilight, solo dopo che il messaggio di allerta era stato diffuso.
“Dear John”, così inizia la lettera scritta dal suo futuro sé stesso, in cui si trovano le scuse per averlo così cinicamente usato, ma si assicura che è per il meglio. Il Constantine di Twilight avendo il vantaggio dell’età ricorda ogni cosa accadutagli da giovane: l’incontro con Rip Hunter, il racconto di una storia terribile e la missione di avvertire tutti del terribile futuro in modo da evitarlo. Il Constantine ricorda persino come tutto poi si concluse: il mondo di Twilight giunse lo stesso, spesso a causa delle azioni causate dal suo messaggio d’allerta. Ricorda persino di aver tenuto in mano una lettera esattamente come quella che sta leggendo. Medita brevemente sul paradosso di chi realmente scrisse originariamente la lettera, prima di scusarsi ancora con il suo più giovane sé stesso e consolarlo col pensiero che una donna meravigliosa  l’attende in un futuro prossimo. Per lei varrà la pena di affrontare qualsiasi cosa.
Leggendo la lettera Constantine è furioso: giocato da sé stesso, incredibile! Arrabbiato e incredulo si reca in un bar, si siede con la lettera serrata nella mano e cerca consolazione nel bere.
Ed eccoci tornati all’inizio, al prologo. La donna entra nel bar, nota John e gli chiede d’accendere. I loro sguardi si incrociano. È bellissima. Sa istantaneamente che potrebbe amarla per sempre. Sa chi è, sa quanto felice lui e i suoi futuri sé saranno insieme a lei.. e finalmente, perversamente, capisce come prendersi la rivincita contro il suo futuro sé stesso ed evitare Twilight, mettendo un piccolo ma importante bastone tra le ruote del destino.

Mi scusi, ha da accendere?

Constantine guarda la donna e chiude le palpebre due volte prima di rispondere.

No, mi spiace. Non fumo.

THE END

Un solo commento a conclusione: cara DC perché, ma soprattutto, PERCHÉÉÉÉÉÉÉÉÉ?
Sottovoce: non vi sembra che “qualche” idea sia passata a Kingdom Come?!?
John Constantine (a.k.a Sting).
WEBLIGHT
- ovvero le vie del Web sono infinite -
È l’anno 1995 e all’indirizzo http://www.hoboes.com/html/Comics/Twilight/dc.html curato da tal James Stratton compare un lungo documento, “Twilight of Superheroes: an unpublished series proposal for DC Comics by Alan Moore”: qui, Alan Moore in persona (?) espone la proposta di un epocale crossover, che coinvolge tutti i personaggi del glorioso cosmo DC, in una maxi-serie nel formato di Watchmen (12 numeri da 28 pagine ciascuno senza pubblicità).
James Stratton afferma di aver semplicemente trasferito sulla Rete quanto trovato su una non meglio precisata fanzine di fantascienza e ovviamente in mancanza di una conferma del diretto interessato – Mr. Moore è autore restio alle apparizioni pubbliche, rilascia rare interviste, di lui sono reperibili pochissime foto e non ha una propria home page con una e-mail a cui poter scrivere – è naturale domandarsi: è veramente opera del geniale autore britannico?
Leggendo le pagine, per l’appassionato, appare tutto fin troppo chiaro: nel corposo dossier (più di 25 cartelle organizzate in 6 sezioni) la voce di Mr. Moore risuona possente e chiara. Non solo vengono analizzati storia e personaggi ma anche possibili strategie pubblicitarie e di merchandising con quello stile immaginifico, minuzioso e sistematico fino all’eccesso (dice la leggenda che sia capace di scrivere 4 pagine fitte per una singola vignetta!!!) che è la “firma invisibile” dello sceneggiatore inglese.
Ma non tardano ad arrivare più autorevoli conferme che cancellano qualsiasi dubbio. Infatti in un forum virtuale (in data 2 Luglio ‘95) diversi autori di comics legati a Mr. Moore rilasciano la loro testimonianza sull’autenticità di Twilight, tra questi Kurt Busiek (“Sembra la stessa proposta che lessi diverso tempo fa”), Neil Gaiman (“Le pagine sul Web suonano esattamente come la descrizione che Alan mi fece un pomeriggio nel 1986”) e Rich Johnston, scrittore e una delle fonti fumettistiche più informate e credibili (“Alan Moore mi ha confermato tutto di persona”).
La conferma più incontestabile viene però dalle mosse della DC Comics. Infatti nel 1997, la casa editrice, affermando di poter provare di essere la legittima detentrice del copyright, intima a Stratton di smantellare il sito; nell’attesa, durata diversi mesi, le pagine sono accessibili solo in ristretti orari; infine, all’inizio del 1998, pur non presentando alcuna reale prova, ma solo la fresca registrazione della proposta presso l’U.S. Copyright Office (dopo più di 10 anni!), la DC riesce nel suo intento: l’immediata cancellazione della parte più cospicua del dossier. L’unico che potrebbe opporsi a queste decisioni, visto che Stratton ritiene che la DC non abbia alcuna prova di copyright, sarebbe l’autore, ma Mr. Moore, residente in Gran Bretagna, sembra non aver alcuna intenzione di imbarcarsi in una sterile bega di diritto internazionale col colosso Warner Bros. dato che nulla gli vieta di “riciclare” l’idea con altri personaggi. In fondo una rivincita Mr. Moore se l’è presa: non ha più lavorato per la DC!!!

Di tutta questa questione noi di Clark’s Bar siamo venuti a conoscenza alla fine del 1997 (quindi abbiamo la versione completa di Twilight!) quando il #1 della fanzine era appena uscito e i file scaricati dalla Rete sono rimasti in attesa dell’occasione buona che è finalmente giunta (ovviamente li abbiamo letti mooolto prima!).

[Nota del 2015: Al momento il proposal di Mooreè disponibile qui.]

UltraSpeciale SERGIO TOPPI

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Una tavola di Sergio Toppi, da Sharaz-de.
Il 21 Agosto del 2012 se ne andava SERGIO TOPPI, autentico Gigante del Fumetto e dell'Illustrazione, un autore che ha lasciato un ricordo indelebile nei lettori (qui un mio umilissimo contributo) e una lezione magistrale per gli artisti e fumettisti di tutto il mondo. 

A distanza di tre anni da quel luttuoso evento, in ricordo di Sergio Toppi e per celebrarne l'indimenticabile e indimenticata grandezza artistica e umana, ripropongo nel seguito la breve storia omaggio realizzata da Tito Faraci (testi) e Fabio Celoni (disegni) pubblicata nel volume Sergio Toppi: Nero su bianco con eccezioni scritto dall'amico Fabrizio Lo Bianco, edito nel 2005 da Black Velvet. Un grazie a Tito, Fabio e Fabrizio per l'autorizzazione alla pubblicazione.

Inoltre, colgo l'occasione, per (ri)presentare qui i contributi di Walter Simonson, Ramon Aznar e Giorgio Concu apparsi in un estemporaneo Speciale Toppi, ospitato tra il 2002 e il 2003 su Ultrazine.org.
Storia: Tito Faraci. Disegni: Fabio Celoni.
******
SERGIO TOPPI, UN AUTENTICO MAESTRO
di Walter Simonson
[Pubblicato su Ultrazine nel Dicembre 2002. Traduzione di smoky Man e Omar Martini.]
   
A metà degli anni '70 si tenevano a New York, una o due volte l'anno, delle fiere dedicate al fumetto. Allora ero un giovane professionista e, vivendo a New York, frequentavo regolarmente quelle mostre. La maggior parte delle cose in vendita nello spazio occupato dai negozianti era roba che avevo già, che non mi interessava o che non mi potevo permettere. Vecchi albi americani, una selezione di tavole originali, dei banchetti pieni di Big Little Books, i soliti giocattoli di latta e altre cianfrusaglie. Lo scopo principale di quelle mostre era di socializzare, vedere i vecchi amici arrivati in città e incontrare dei professionisti di cui non sapevo quali fossero le opere che mi piacevano. Ma c'era anche il banchetto delle rarità - di solito ce n'era uno o al massimo due - dove si potevano trovare delle graphic novel. Non semplici graphic novel, ma le graphic novel europee. Erano lavori di cui allora sapevo molto poco e che non avevo quasi mai avuto la possibilità di vedere. Il banchetto era pieno di volumi disegnati da artisti che non avevo mai sentito nominare, con un immaginario che non mi sarei mai sognato. E uno dei primi volumi ad attirare la mia attenzione fu un libro intitolato "L'homme des Marais" realizzato da un certo Sergio Toppi.
Non conoscevo quel nome, ma era chiaro che si trattava di un grande. Un vero grande! Rimasi sconvolto da quel libro! La tecnica mirabile, l'attenzione particolare per i volti umani, la cura nel rendere i costumi e le atmosfere del periodo storico, la composizione delle vignette e dell'intera pagina, l'intenso utilizzo del tratteggio all'interno dei disegni, il potente uso del negative space nell'intera opera, la combinazione e la continuità nel susseguirsi delle immagini, e la narrazione attraverso i disegni che danzano di pagina in pagina... la mia conoscenza del Francese era davvero pessima, ma capii istantaneamente di trovarmi di fronte al lavoro di un illustratore e di un narratore eccezionale. E così ho trascorso gli ultimi venticinque anni a scoprire e a guardare il suo lavoro, a studiarlo e a cercare di includere un po' della sua straordinaria visione nelle mie creazioni. Le qualità di Toppi come artista sono troppe per essere elencate in modo esauriente in questa sede. D'altra parte, nessuna parola potrebbe davvero descrivere l'opera di un artista. Nel migliore dei casi, le parole possono indicare la via, poi spetta a chi guarda lasciare che l'opera lo trasporti là dove le parole vengono a mancare. Ecco perché una mostra come questa ha un valore inestimabile. Perché toglie, per quanto sia possibile, l'interfaccia che c'è tra l'artista e il pubblico e li riunisce insieme in un luogo in cui, per un breve momento, possono diventare una cosa sola.
      
Non ho mai incontrato Sergio Toppi, ma mi piacerebbe. Mi piacerebbe incontrarlo e stringergli la mano, nella speranza che un po' del suo spettacolare talento passasse, per contatto, a me e ai miei disegni!

I miei migliori auguri, Sergio. Che la tua matita e i tuoi pennelli non si asciughino mai!
******
SERGIO TOPPI E I SUOI RACCONTI DEL NUOVO MONDO
di Ramon Aznar
[Pubblicato su Ultrazine ad Aprile 2003.]

1992, un anno veramente speciale in Spagna. I Giochi Olimpici a Barcellona e nello stesso tempo uno sguardo retrospettivo nella celebrazione del "Quinto Centenario" della scoperta d'America, il Nuovo Mondo, con ogni sorta d'attività culturali.
Planeta-De Agostini e la Sociedad Estatal Quinto Centenario, (1492-1992) pubblicarono una bella collezione di libri dedicati alla scoperta d'America, sotto il nome "Relatos del Nuevo Mundo", illustrati dai più bravi rappresentanti, spagnoli e non, del mondo della "nona arte".
Fra i 25 titoli di questa bella collana, ci sono due libri che il grande autore italiano Sergio Toppi ha creato per l'occasione. E' importante osservare che in questo momento i due titoli sono esauriti in Spagna e inediti in Italia, anche se i due meritano di essere in ogni biblioteca o collana importante di fumetti, e anche di Storia. Entrambe le storie ci mostrano l'ambizione umana per conseguire l'oro e l'argento, simboli di potere nell'epoca della grande scoperta e anche ai nostri giorni. Per tutti coloro che ancora non hanno avuto la fortuna di acquistare questi piccoli gioielli, l'editore "Mosquito", in Francia, annuncia una prossima edizione di La leyenda de Potosí, a settembre 2003, e sicuramente continuerà con Los tesoros de Cibola.

El Cerro de la plata / La leyenda de Potosí (prima storia ad essere pubblicata anche se non nell'ordine cronologico del suo contesto storico) ci racconta le avventure d'un povero sivigliano che nel 1496, a Sierra Nevada (Granada), si trova di fronte a uno strano personaggio, a metà tra stregone e diavolo, che predice il suo destino: scoprire una collina d'argento (cerro de la plata, in spagnolo), in una lontana terra d'oltremare.
Nel 1514 ritroviamo il nostro anonimo protagonista sul fiume Putumayo nella foresta colombiana, vivendo fra gli indiani "chiriguanos" che l'hanno accolto come uno di loro, e impegnato nella lotta contro l'Inca invasore, sotto la dinastia di Huayna Capac.
E' il 1531 quando finalmente arriva sull'altopiano andino, di fronte alla collina di Potosí (che significa "Cosa grande" nella lingua quetxua). Nonostante ciò, non ha il tempo di godersi il suo "Cerro de la Plata" che muore nelle mani del suo vecchio alleato Wadosewa, capo chiriguano, che non ha dimenticato mai la sua diserzione, alla ricerca del suo destino nella collina d'argento.               
Già nel 1685, l'ultimo proprietario del Cerro de la Plata, don Jaime de Villarroel, abbandona la miniera esaurita, lasciando piantato sulla sua vetta un elmo spagnolo, scintillante come fosse d'argento, in omaggio allo sfortunato sivigliano morto in seguito a un sogno.

Las fabulosas ciudades de Arizona / Los tesoros de Cibolaè il secondo racconto ambientato nel Nuovo Mondo che ci offre Sergio Toppi. In questa storia l'azione si sviluppa nella desolazione delle aride terre d'Arizona.
Anno 1541, il licenziato spagnolo Martín de Urría, il suo domestico arabo Kaloumi-ba e un nuovo protagonista anonimo, questa volta il vecchio soldato chiamato "cuchillo" (coltello), partono da Culiacán (Nuova Galizia) alla ricerca di Cibola, la favolosa città d'oro.    
Gli indios "yaquis" non permettono la sua intrusione. Ammazzano Kaloumi-ba e spingono gli altri verso una morte sicura nel deserto.
Il licenziato Urría muore bevendo l'acqua avvelenata d'una pozza, e il nostro ex-soldato si perde in quelle spietate terre, solo e smarrito finché trova un piccolo "pueblo" indiano che scintilla come l'oro sotto il sole ardente d'Arizona, e che assomiglia la sua Cibola sognata.
In questa strana costruzione scavata nella montagna per i suoi abitanti, uno stregone e suo figlio, il capo della tribù, decidono di dargli da bere il succo di una pianta che produce una amnesia totale. In questo modo, lo spagnolo non sarà capace di svelare a nessuno l'ubicazione del villaggio.
Nuovamente perso nel deserto, è finalmente riscattato da una morte sicura dal capitano spagnolo Esteban Cabrera, che ritornava da una partita di caccia, e che condurrà il nostro protagonista fino al convento di "Santa María de los Dolores", a Culiacán, dove rimarrà sotto la cura dei frati, povero e dimenticato da tutti.

L'arte di Sergio Toppi raggiunge in entrambi i casi il massimo livello di espressività e colorazione. Le sue immagini ci portano in luoghi desolati o lussureggianti, lontani nel tempo e nello spazio, mentre le sue storie ci mostrano le passioni umane e la sorte tragica che attende i personaggi come unica ricompensa per la loro smisurata ambizione.
Illustrazione di Giorgio Concu (2002, acrilico bianco su lucido da proiezione).

Alan Moore: "Fellini ai prezzi di Ed Wood!"

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Alan Moore ritratto da Michael Hacker.
Nel seguito potete leggere la traduzione della "Dichiarazione d'intenti", scritta da Alan Moore, perOrphans of the Storm, la società creata insieme al fotografo Mitch Jenkins con la quale ha realizzato Show Pieces, cinque cortometraggi parte di un progetto cinematografico più ampio, in lavorazione con il titolo The Show.
Orphans of the Stormè anche "coinvolta" nel progetto Electricomics, su cui magari torneremo a parlare prossimamente.
Buona lettura.

La traduzione è stata realizzata per solo scopo divulgativo.
Tutti i diritti originali sono © Orphans of the Storm& Alan Moore.
Che Glicone sia con voi.
Gli attori Andrew Buckley e Darrell D’Silva, Alan Moore, Mitch Jenkins e l'attrice Khandie Khisses.
LA NOSTRA PROMESSA PER VOI
(Un manifesto scritto con il ribollente inchiostro della sanità mentale sopra un milione di cuori delusi)

Un brunito pomeriggio di circa cinquant'anni fa, due perspicaci scolari, i sogni ancora incontaminati da un mondo che prende a calci i castelli di sabbia, stavano distesi all'interno della botte arrugginita di una betoniera nell'incustodito e deprimente cantiere di Northampton che era diventato il loro unico campo giochi, guardando le nuvole vagare senza meta attraverso la circolare apertura del loro scomodo rifugio. Il più giovane dei due, un commovente occhialuto bambino albino che giocava compulsivamente con la nuova macchina fotografica Fischer-Price che gli era stata regalata dal padre per il suo compleanno, parlò con distante tono sognante condividendo le proprie più intime e preziose speranze con il suo più grande, intelligente, bello e adorabile piccolo compagno di giochi.

            “Sai cosa ti dico? Quando saremo grandi ho la strana sensazione che, in qualche modo, ti convincerò a lavorare a un breve film di dieci minuti con me, nonostante tu, a quel tempo, sarai una specie di misteriosa apparizione tipo Ben Gunn che urla la sua condanna contro qualsiasi cosa le persone normali apprezzino, specialmente il cinema contemporaneo.”

           Il suo decenne carismatico compagno, un giovane di una bellezza soprannaturale che era tragicamente afflitto da iperpelosità come quei ragazzi-lupo messicani di cui si legge in giro, mise da parte con cura il quaderno sul quale stava scrivendo i suoi appunti su tutte le grandiose idee per il successivo mezzo secolo che al tempo erano conosciute, ed è bizzarro, come “Compendi Pittografici via Nuvolette Labiali” e replicò al suo anemico collega con un accecante sguardo di rimprovero.
   
            “Se lo farai, renderò la cosa così diabolicamente complicata e la creerò in modo che si espanda in una mostruosità tentacolare che si prenderà la tua vita e infetterà la Cultura stessa come una sorta di ideologico patogeno che nessuno capirà o da cui potrà difendersi.”

            Ora non è importante sapere i nomi di questi due bambini. Il motivo per cui non importa è perché accadde che il tamburo miscelatore contenesse ancora un residuo di cemento fresco che asciugandosi durante la loro conversazione immobilizzò i due che finirono grottescamente affogati durante l'improvviso nubifragio notturno che sopraggiunse. Il fatto rimarca ancora una volta i pericoli posti dai cantieri lasciati incustoditi.

                                                            *****

            Fu così, che per mera coincidenza, circa cinque decadi dopo gli eventi sopra narrati, Mitch Jenkins, fotografo di Northampton, si ritrovò tra le mani una proposta per un film da parte di Alan Moore, scrittore di Northampton. Inclusi nell'onnicomprensiva trama c'erano diversi elementi che rimandavano a nuovi media, ognuno dei quali col potenziale di espandersi in un'entità altrettanto stupefacente ed esauriente quanto il film stesso. Aggrottando la pallida fronte, il celebre maestro delle lenti pensò che una simile varietà di progetti avrebbe necessitato di una qualche “società ombrello” che ne gestisse la complessità, anche se riguardo al nome da dare a una simile impresa si trovò completamente perso. Fu a questo punto che l'imprevedibilmente aggressivo ma abile cesellatore di parole si espresse nel suo tono da medium in trance. 

            “Chiamiamoci Orphans of the Storm, che la gente ci conosca per la nostra mancanza di parenti e per l'aspetto inzuppato di chi è stato colpito da un fulmine.”

            E sebbene avesse capito soltanto una parola ogni dieci di quello che aveva udito, l'abile manipolatore della luce, dell'ombra e dei bagni di sviluppo accettò la proposta, nonostante che per alcuni mesi credette che la loro società avesse preso il nome da una canzone dei Doors.

                                                           *****

            A questo punto dovrebbe essere chiaro che “Orphans of the Storm” non è una canzone dei Doors. Quella era “Riders on the Storm’, un titolo che con la nostra organizzazione ha in comune solo le parole “the” e “Storm”. Andrebbe inoltre chiarito che, nonostante i malinformati pettegolezzi del Web, “Orphans of the Storm” non ha alcun legame con l'antico e misterioso culto babilonese che domina Hollywood descritto in Flicker, il romanzo di Theodor Roczak, che dopotutto è un'opera di finzione e non riflette la realtà. L'idea di una qualche tradizione mistica, sopravvissuta in chissà quale modo, intenzionata a imporre sul mondo una forma di cinema magico capace di alterare le menti è troppo assurda per doverla smentire. E se anche una simile cospirazione esistesse, di sicuro Mitch Jenkins e Alan Moore sarebbero le ultime persone che uno collegherebbe a un piano basato sul cinema magico. Alan Moore non sa nulla di cinema e Mitch Jenkins non sa nulla di magia, per cui come potrebbe funzionare? No, mi dispiace, il solo pensarci è ridicolo. Perché persino parlarne?

                                                         *****

            Ritornando al nostro racconto, avendo concordato sul sopracitato nome come termine collettivo per il loro nidificato insieme di progetti multimediali e incominciando a credere che Orphans of the Storm potesse essere una valida e persino redditizia impresa creativa, il biondo ritrattista di Hugh Laurie si ritrovò ad essere ancora preoccupato su alcuni dei più sconcertanti aspetti del loro piano.

           “Allora, come si collega a tutto questo il burro dietetico? E l'energy drink o la rivista per supermarket? Inoltre, hai messo una soap opera sulla filosofia tedesca. E un social network e un socialmente irresponsabile videogioco e un brand immaginario di t-shirt e un partito politico razzista. Sono sicuro che in qualche modo tutto andrà al suo posto, ma mi piacerebbe capire bene perché lo stiamo facendo.”

    Non era una richiesta irragionevole. Il suo partner annuì con indulgenza.

    “Lo facciamo perché mi sono spinto nella sala macchine della cultura solo per scoprire che non c'è nessuno al posto di guida. La società stava per scivolare sullo spartitraffico centrale di sogni traditi, verso l'imminente furia devastante di un collasso psicologico, per questo ho preso una decisione esecutiva e ho fatto quello che dovevo fare. Gli Orphans of the Storm sono qui per prendere in mano il joystick della civiltà e, dipende dal fatto che se ci siamo ricordati in quale direzione spostarlo, condurla verso una nuova eterea stratosfera oppure, mal che vada, togliere il disturbo in una devastante e gloriosa palla di fuoco.”

            E l'abile levigatore di pixel scrutò a lungo il palese visionario a cui aveva affidato le proprie fortune e quella della sua famiglia. E pensò: “Oh Cristo!”

                                                              *****
    Non vorrei insistere sulla questione ma tornando al culto babilonese di Flicker, ci sono un sacco di ragioni per cui uno scenario del genere sarebbe del tutto irrealizzabile. In tutta franchezza, se esistesse un'antica religione basata sullo stato di trance indotto da una sorta di proto-strobo realizzato con un cerchio rotante e luce naturale - cosa che non è - e se un simile culto fosse persino alla base del cinema moderno - e non è così - allora come la mettiamo con elementi di Orphans of the Storm come i fumetti digitali, il videogioco e i finiti siti pornografici  Big Black Lego Studs? Non hanno nulla a che fare col cinema, no? O con Babilonia, a dirla tutta. Non riesco davvero a capire come la gente s'inventi queste cose. Voglio dire, ma per favore! Siete molto meglio di così.
   
                                                             *****

    Comunque sia, ecco in poche parole la storia di Orphans of the Storm.
Intitolata come un film di DW Griffith con Lillian Gish che nessuno dei responsabili di questa società ha mai visto, Orphans of the Storm vuol essere un'autentica impresa del 21esimo secolo, con un modo di pensare che sia flessibile fino al punto da potersi quasi spezzare. Vi promettiamo estensioni di un'idea, argomentate e ponderate con cura, piuttosto che franchise sfruttati senza pudore. Vi promettiamo Fellini ai prezzi di Ed Wood. Vi promettiamo concept originali che siano all'altezza del loro tempo e non meri cadaveri rianimati tratti dall'intrattenimento leggero del passato, anche se abbiamo pure qualcuno di questi. Vi promettiamo un antidoto ai divertimenti tossici che avete già sconsideratamente ingerito e speriamo in Dio che non sia troppo tardi. E se non possiamo promettervi un mondo migliore di quello in cui vivete, possiamo almeno promettere che sarà più spassoso, più meravigliosamente terribile e meglio congegnato. Gioite, popoli del mondo dai neuroni randellati. Una terrificante utopia è almeno a portata di mano.

                                                           *****

            E non abbiamo nulla a che fare con la Confraternita di Tlön, nemmeno con loro.


[Il testo originale può essere letto sul sito di Orphans of the Storm: qui.]

Omaggio allo Spirit di WILL EISNER

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Disegno di Andrea Accardi.
Dagli archivi di Ultrazine.org, riemerge un sentito omaggio al Maestro WILL EISNER, autentico Gigante della Nona Arte, e al suo Spirit.
Pubblicato su Ultrazine nel lontano 2001, si tratta di una short in quattro strisce scritte da Omar Martini e disegnate, rispettivamente, da Massimo Semerano, Andrea Accardi, Giuseppe Camuncoli, Francesco Mattioli con il contributo speciale di Alberto Corradi (suoi i disegni dentro i balloon). 

Un grazie ad Omar per l'autorizzazione a riproporre sul blog questo "gioiellino".
Buona visione! E... grazie Zio Will! :)
Strip 1. Storia: Omar Martini. Disegni: Massimo Semerano e Alberto Corradi.
Strip 2. Storia: Omar Martini. Disegni: Andrea Accardi e Alberto Corradi.
Strip 3. Storia: Omar Martini. Disegni: Giuseppe Camuncoli e Alberto Corradi.
Strip 4. Storia: Omar Martini. Disegni: Francesco Mattioli.

recensioni in 4 parole [34]

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Orrore ed epica pirateschi.
Hitler
Cronistoria di un dittatore.
Giocare una bella mano.
Big Nemo
 Si cresce, si cambia.
*********
Abbiamo detto 4 parole su:
L'abisso
Soggetto e sceneggiatura: Mauro Boselli
Disegni: Luca Rossi
Copertina: Aldo Di Gennaro
Editore: Sergio Bonelli Editore; Collana: Le Storie N.35
Formato: brossurato, 114 pagine, bianco e nero
Prezzo: € 3,80
Anno di pubblicazione: 2015
Per qualche parola in più: QUI

Hitler
Storia e disegni: Shigeru Mizuki
Editore: Rizzoli/Lizard
Formato: brossurato, 288 pagine, bianco e nero
Prezzo: € 19
Anno di pubblicazione: 2015
Per qualche parola in più: QUI

Dylan Dog N. 348 - La mano sbagliata
Soggetto e sceneggiatura: Barbara Baraldi
Disegni: Nicola Mari
Copertina: Angelo Stano
Editore: Sergio Bonelli Editore
Formato: brossurato, 98 pagine, bianco e nero
Prezzo: € 3,20
Anno di pubblicazione: 2015
Per qualche parola in più: QUI

Big Nemo
di Alan Moore (testi), Colleen Doran (disegni) e Josè Villarrubia (colori)
Editore: Electricomics
Formato: webcomics
Anno di pubblicazione: 2015
Per qualche parola in più: QUI

opinioni sul fare fumetti... [11]

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Supperheroes, disegno di Alex Ross realizzato all'età di 4 anni, nel 1974.
Il 9 Settembre Joe Madureria lanciava la sua campagna Kickstarter per un videogioco basato su Battle Chasers, serie a fumetti che godette grande successo negli anni '90 seppur interrotta dopo soli 9 numeri (pubblicati nel corso di 4 anni!).
La richiesta era di 500mila dollari (mica pizza e fichi!)... raccolti in sole 72 ore! Mentre scriviamo, il crowdfunding, che si chiuderà il 10 di Ottobre, ha superato la cifra di 670mila dollari (con oltre 11mila "backers") e, udite udite, oltre alla realizzazione del videogioco in questione vedrà la pubblicazione, solo in digitale (parrebbe), di ben tre numeri della serie originale che chiuderanno la storia rimasta in sospeso da oltre un decennio.
Ah, il potere del "fare colletta" ai tempi di Internet!
Copertina del N.9 di Battle Chasers.
Dai videogiochi legati ai fumetti alle riflessioni sui cine-comics.
Il 27 agosto scorso sulla sua pagina Facebook, Erik Larsentra i fondatori della Image e autore di Savage Dragon - saga partita nel lontano 1992 che ha raggiunto e superato il numero 200 - scriveva: "La gente continua a chiedermi 'quando uscirà il film di Savage Dragon?' ma onestamente non ho alcuna fretta di vederne uno. La gente sembra dimenticarsi che per ogni Iron Man e Avengers ci sono decine di film come i Fantastici Quattro, Spawn, Elektra, Catwoman e Howard the Duck. Film che macchiano per sempre un personaggio e uccidono un franchise.

Ho il pieno controllo del fumetto di Savage Dragon: posso farci tutto quello che voglio. Nel caso di un film quel controllo svanirebbe. E per sempre la voce che le persone sentiranno quando Savage Dragon aprirà la bocca non sarà la voce che io sento ma quella dell'attore che lo interpreterà. Smetterebbe di essere mio e diventerebbe di qualcun altro."
Per un attimo... immaginiamo Bruce Willis nei panni di Savage Dragon!
SempreLarsen e sempre su Facebook, il 15 Settembre: "Il mio consiglio per chiunque voglia entrare nel mondo dei fumetti è di farli. Inizia semplicemente a sfornarne. Mettili online.

Se sei "solo uno sceneggiatore" allora scrivi una manciata di albi, mese dopo mese. Crea dei personaggi oppure fai solamente finta di scrivere quei cazzo di X-Men.
Scrivi sceneggiature complete. E mettile online ogni lunedì. Produci. Sii attivo.

Se sei un disegnatore: improvvisa. Ma produci!
Molto è legato al capire "come posso fare?". Perciò... provaci. Dici d'avere un sacco d'idee? Fammi vedere. E con "fammi vedere" intendo "NON far vedere a ME". Intendo mostralo a te stesso... dimostralo a te stesso.

Non importa se nessuno vedrà i tuoi fumetti. Postali su Facebook se devi. Postali dappertutto. Crea un blog. Non si tratta d'essere visti... si tratta di prendere il ritmo. È un esercizio per vedere se sei in grado di farlo.

Dobbiamo tutti navigare nella merda prima di raccogliere i frutti. Ci sono difetti da sistemare e non succederà guardando la TV.

Ho scritto e disegnato circa 70 fumetti completi, alcuni più lunghi di 100 pagine, prima di arrivare alla pubblicazione. Quando è successo ero già un veterano. È stato di grande aiuto.

Ogni volta che ho realizzato un fumetto ho iniziato chiedendomi "come diavolo posso FARE? È impossibile!" Questa sensazione non va mai via.
Devi soltanto... FARE.
"
Copertina di Savage Dragon N. 206 (2015).
A proposito di fumetti su Internet, magari gratis, recupero un testo di David Lloyd, datato Luglio 2014, probabilmente ancora attuale. Ricordiamo che Lloyd - noto in tutto il mondo come il co-creatore e disegnatore di V for Vendetta - è l'"anima" del progetto di comics digitali Aces Weekly.
"Aces Weekly, ad esempio, offre fumetti di prima qualità di oltre 20 pagine per meno di una sterlina a settimana: nel mondo in cui viviamo in cui tutto è costoso verrebbe giudicato da molti come un furto. Parrebbe che molte persone si chiedano perché non siano completamente gratuiti come gran parte degli altri fumetti disponibili in Rete, e sono restii all'idea quasi per principio!

Molti di voi su Deviantart vogliono realizzare dei fumetti, o lo stanno già facendo, e forse mostrate i vostri lavori sul vostro blog o su un sito per... nulla. Intrattenete i vostri lettori in cambio di nulla.
Pensateci due volte, se fate così. Date valore al vostro lavoro. E se credete in quello che sto cercando di fare con
Aces Weekly sosteneteci in modo da riuscire alla fine dei nostri sforzi a garantire entrate stabili per i fumetti "onscreen": ne potrete beneficiare anche voi, ora o in futuro. State a sentire un autore. NOI autori, dopotutto, siamo la SOLA parte essenziale per la realizzazione dei fumetti."
Aces Weekly.
Chiudiamo con l'Italia, tornando a parlare dell'ottima rubrica La formazione del fumettista curata da Matteo Bussola per Vibrisse, conclusasi (pare) lo scorso luglio dopo ben 34 "testimonianze", tutte assolutamente da leggere.
Riportiamo un estratto dal contributo scritto da Claudia “Nuke” Razzoli che... conferma quanto affermato sopra da Erik Larsen!
"[...] decisi che non avrei più sottoposto un solo fumetto a un solo editore, che non mi sarei mai più impegnata per fare qualcosa di giusto, corretto, bello, che corrispondesse a determinate regole e che avrei scritto e disegnato seguendo una sola regola: cosa avrei voluto leggere io. Rifeci quel fumetto (incompleto, immaturo, pieno di vignette di cui oggi mi vergogno) e me lo autoprodussi, accorgendomi poi che era esattamente la stessa cosa che facevo quando volevo fare la ballerina, o l’attrice, o quando riempivo i banchi e i libri di scuola di fumetti inizio-svolgimento-fine. Di quando volevo fare la scrittrice e scrissi un (orribile) romanzo lungo un quaderno intero.
Lo facevo.
Non è che ci provavo. Lo facevo e basta, com’era era.
E facendolo, e continuando a farlo, miglioravo, cambiavo, sperimentavo (stavolta per davvero, non per giustificare una tassa scolastica).
La staticità di tutti quei lunghi anni improvvisamente trasformata in azione.
Il collegamento era stato così difficile da fare solo perché era troppo palese: l’unico modo per imparare a fare fumetti è farli.
"

See you later, alligators!

Dennis the Menace: "Una cosa che ho imparato nella vita è che i fumetti non sono mai abbastanza!"

opinioni sul fare fumetti... [12]

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Schulz e i suoi Peanuts.
Dev'essere l'autunno che porta polemiche. Restando alle recentissime, ma senza entrare nel merito, ricordo, in Italia, la questione - al momento ancora irrisolta nei dettagli - legata agli accrediti autori per la prossima Lucca (qui un po' di storico della vicenda) e sempre in tema eventi e convention, la querelle USA sulle firme a pagamento (!) sugli albi o volumi (qui qualche passaggio per meglio "capire").
Disegni: Frank Miller; colori: Alex Sinclair.
Ma a noi piace stare sul pezzo: il 5 Ottobre la DC Comics ha ufficializzato la copertina realizza da Frank Miller per il mini-albo allegato al primo numero della terza saga del Cavaliere Oscuro, Dark Knight III: The Master Race, in uscita a Novembre. Potete ammirare sopra la copertina in questione. 
Ebbene, parrebbe che in giro - soprattutto sul Facebook e affini - i commenti non siano stati particolarmente teneri. Così come veementi paiono alcune dichiarazioni "a difesa" dell'operato del creatore di Sin City e Ronin. Ecco cosa scrive, sul suo profilo Facebook, Rob Liefeld: "LASCIATE STARE FRANK MILLER! Voi che lo attaccate per la sua copertina di Dark Knight 3 siete delle persone orribili e vi dirò perché. 1) Frank ha quasi 60 anni e ha molto meno tempo di fronte a sé per disegnare di quanto ne abbia alle sue spalle. Ogni singola cosa che condivide con noi dovrebbe essere apprezzata per lo meno come un altro contributo all'epico lascito della sua opera. Forse i suoi disegni non sono così raffinati come lo erano in passato ma non lo erano neppure quelli di Jack Kirby o di Joe Kubert nell'ultimo periodo della loro vita ma io ho festeggiato per ogni nuovo lavoro da loro prodotto. Quando vedo un nuovo disegno di Frank Miller sono ELETTRIZZATO perché.... 2) Negli ultimi anni Frank ha avuto problemi di salute. Non è stato molto bene ma foto recenti lo ritraggono più forte e meno fragile e il fatto che stia producendo nuovi lavori, QUALSIASI essi siano, dovrebbe essere festeggiato! Di nuovo, sono felicissimo che stia condividendo i suoi talenti con noi, a prescindere dal risultato. Frank Miller ha fatto per l’industria dei comics molto più di quello che voi vi sognerete mai di fare e perché non vi fermate prima di scagliare pietre contro i suoi disegni a pensare se i vostri risultati potranno mai confrontarsi con le sue opere pluripremiate e celebrate. DAREDEVIL. ELEKTRA. RONIN. DARK KNIGHT. YEAR ONE. BORN AGAIN. SIN CITY. 300. Miller ci ha dato il suo meglio, ha contribuito alla crescita dei comics come forma d’arte e come industria e gli siamo grati che continui a condividere con noi l’evoluzione del suo leggendario talento.

Frank Miller ha cambiato il tono e il tenore dell’industria dei comics. Forse in questo esatto momento voi siete capaci di disegnare delle anatomie più precise ma - fatemi essere estremamente chiaro - non potrete mai avvicinarvi al livello di maestria di uno storyteller come Frank Miller. Come scrittore, come disegnatore, come architetto della tavola, i suoi layout, il suo segno, il ritmo, l’atmosfera sono senza eguali. Se sputare giudizi e critiche volgari vi fa sentire un millimetro più alti, vi garantisco che non potrete mai e poi mai essere nel novero dei grandi di tutti tempi a cui Frank è destinato. Apprezzate gli sforzi e i contributi di questa leggenda vivente e smettetela con i vostri stupidi commenti e giudizi pieni d’odio.
"
Disegni: Frank Miller.
Ma è probabilmente Kurt Busiek a centrare meglio il problema, virando su aspetti più artistici: "[...] Frank parla da anni del potere “primitivo” dei supereroi, del loro maggior impatto durante la Golden Age quando erano rozzi, senza orpelli.
[...] Li disegna in modo da comunicare questa sua idea di potere grezzo e incontaminato, non come li disegnavano Neal [Adams] o Curt [Swan] o chiunque altro.
[Il suo Superman] è potente, minaccioso, un po’ Eastwood fuori di testa, con i pugni di Kirby e un cazzo ben in evidenza. Non si tratta di un errore, non si tratta di mancanza di controllo.
È una stilizzazione, una caricatura... è Frank che ci mostra una versione di Superman che non è elegante e piacevole da vedere."
Il Cortile nell'adattamento a fumetti di Antony Johnston per i disegni di J. Burrows.
Restando nell'ambito della creatività e dell'approccio di un autore alle sue creazioni e al suo lavoro, riporto un estratto di un testo pubblicato sul suo sito, l'11 Settembre scorso, dallo sceneggiatore inglese Antony Johnston, noto in Italia (principalmente) per gli adattamenti a fumetti di alcuni racconti e testi di Alan Moore tra cui Il cortile.
Il post s'intitola SUL FUMETTO, LA SERIALITÀ, IL SUCCESSO E IL FALLIMENTO e può essere letto nella sua interezza qui.
"[…] Sono ben consapevole di non scrivere serie di mega-successo con vendite da blockbuster. I miei fumetti sono spesso strani, complicati, ambigui, oscuri, di nicchia, definiteli come vi pare. Solitamente non sono “per tutti”.
[…] Ovviamente mi piacerebbe avere un maggior numero di lettori, a chi non piacerebbe? Ma non a costo di sacrificare il mio modo di lavorare o i miei gusti.

Perché c’è una cosa. Anzi, beh, sono due.
Primo: Scrivo il genere di libri che mi piacerebbe leggere. Io scrivo per me.
Ecco perché mi fa molto piacere che ci siano persone che apprezzano quello che scrivo, perché scrivo per me stesso e non ho idea se qualcun altro sarà interessato a quello che voglio raccontare. E se lo sono, è bellissimo. Se non lo sono - per via dell’argomento trattato, dei personaggi, del mio stile o perché loro pensano che sia una serie stupida – va malissimo perché non cambierò di certo per il loro piacere.

Si tratta del mio lavoro. Del mio nome in copertina. Nessuno può dire un cazzo.


Secondo: Il fallimento è il risultato atteso da tutti i comics.
Un po’ come accade in televisione, la chiusura o la cancellazione di una serie regolare di fumetti è il risultato finale standard.


E sapete una cosa? Nessuna delle chiusure o dei fallimenti precedenti ha mai condizionato la decisione, da parte di chi doveva, di farmi pubblicare un altro progetto. Perché  quelli di noi che lavorano davvero nel mondo dei fumetti – e io ormai sono in questo giro da 15 anni (!) – capiscono bene che la cancellazione è un fatto normale. Sappiamo bene che ci sono ottimi fumetti che non riescono a trovare il loro pubblico, accade continuamente. È la vita, ragazzi.

[…] Per cui sto concentrato sul lavoro. Cerco di fare il meglio che posso, con i collaboratori migliori e più interessanti, e mi piace pensare che il mio pubblico sia composto di persone intelligenti a cui piace leggere quel genere di storie.
Perché questo è davvero l’unica cosa che posso fare. 

Tutto il resto non posso controllarlo. E francamente, sono troppo vecchio e non mi frega un accidente delle cose al di là del mio controllo. […]
Il Grande Male, opera di David B. citata da Barbieri nel suo pezzo su Fumettologica.
Intanto su Fumettologica, Daniele Barbieri, noto semiologo e studioso di Fumetto, si domanda: "il romanzo fa davvero bene al fumetto?" E aggiunge: "È solo una domanda, che voglio porre, senza avanzare risposte definite, che non possiedo. Ma è una domanda che si può raffinare. Per esempio, la dominanza del genere autobiografico nel fumetto, o in generale di approfondimento interiore dei personaggi, non è forse un omaggio o un adeguamento a una tendenza analoga e vincente nell’universo del romanzo, a partire da quello che ci è stato insegnato a scuola? Siamo di nuovo nel campo della strabordanza dell’io. Ce n’è bisogno anche nel fumetto? [...]"
Vi invito a leggere l'articolo completo (qui).
Interrogarsi e mettersi in gioco: anche il Fumetto, ormai adulto, lo deve fare.

Chris Riddell, ovvero la Fantasia al potere!

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Chris Riddell a Tuttestorie 2015. Foto di Paciolus.
Tuttestorie – Festival di Letteratura per ragazzi, da poco conclusosi a Cagliari (dal 7 al 13 ottobre), ha festeggiato con grande successo la decima edizione. Il tema di quest’anno era Extra, con la ”X” del titolo a richiamare la ricorrenza.

Per chi non lo sapesse, Tuttestorieè un evento di eccellente qualità nel panorama Italiano (e non solo) con un programma densissimo e ricco di ospiti nazionali e internazionali, curato e organizzato con competenza, passione ed estrema attenzione per il pubblico - grandi & piccini - e per gli artisti: un appuntamento che è un autentico fiore all’occhiello per il capoluogo sardo.
Quest’anno, visionando la corposa lista di nomi e appuntamenti, mi ero segnato in rosso un nome che non potevo assolutamente farmi sfuggire tra la folla di bimbi, genitori, ”normali” visitatori e addetti ai lavori: CHRIS RIDDELL.
Per chi non lo conoscesse, Riddellè uno dei più noti autori e illustratori di libri per ragazzi (nonché apprezzato vignettista politico) conosciuto in Italia per le serie di Ottoline e Agata De Gotici (editi da Il Castoro) e per le sue collaborazioni con Neil Gaiman (L’esilarante mistero del papà scomparso e il recente La regina del bosco). Di recente ha ricevuto la nomina di Waterstones Children’s Laureate, il più importante riconoscimento inglese attribuito agli autori di libri per ragazzi

Qualche anno fa, nel 2013, in occasione dell’International Book Festival di Edimburgo mi feci autografare da Neil Gaiman la versione di Coralinedel decennale, magistralmente illustrata, per l'appunto, da Riddell. Quale miglior occasione per “recuperare” anche il suo autografo e "completare" così le firme sul libro?

Per essere del tutto onesto, confesso d’aver scoperto Riddell da relativamente pochi anni (se paragonati alla carriera del Nostro) ma di essermi subito innamorato del suo segno e della sua capacità di conciliare versatilità e prolificità con una qualità media nel disegno straordinariamente elevata.
Ma torniamo a Tuttestorie. Incontro per caso Riddell, sabato 10, dopo che venerdì il Festival era stato sospeso per allerta meteo (poi fortunatamente rientrata). Entrambi ci ripariamo all'ingresso da una pioggia lieve seppur insistente. Io lo riconosco e attacco il discorso con un “certo che il tempo è proprio inglese...”. Lui replica: “Dicevano che qui c'era sempre il sole...” Io: “Secondo me è colpa tua...” Risate. (L'inglese con il suo uso dello “you” azzera le distanze.)
Previdente mi ero portato dietro una copia, in lingua inglese, del “mio” libro Alan Moore: Portrait of an Extraordinary Gentleman. L'intento, o per meglio dire la speranza, era di incontrare Riddell e fargliene dono.
“Sai che abbiamo, ehm, un amico in comune?”, continuo. “E chi sarebbe?” Io: “Amico è un parolone... ma diciamo, un punto di contatto... Neil Gaiman.” “Ah, davvero?”
Tiro fuori il libro, pubblicato nel lontano 2003, mi presento, illustro in due parole la natura del volume, e volo alla pagina della poesia che Gaiman scrisse in onore di Moore per il suo cinquantesimo compleanno (potete leggerla qui). Riddell, guarda, contento: non sapeva dell'esistenza del tomo.
“Magari domani ci vediamo per la presentazione e riuscirai a farmi uno skecth.”, la butto lì.
“Sketch, quale sketch??? Io non disegno mai!” E ridendo mette mano al taschino interno della giacca e tira fuori una manciata di cartoncini e me ne regala (!) uno.
Colpito e affondato, sentitamente ringrazio e sotto la pioggerellina mi avvio.
L'11 mattina noto che su Instagram il buon Riddell ha postato niente di meno che... una splendida versione illustrata della poesia di Gaiman! Al buon Chris deve essergli davvero piaciuta!
Potete vedere il tutto qui (in inglese): Titolo - Pag.1  - Pag.2 - Pag.3  - Pag.4 - Pag.5 - Pag.6 - Pag.7 - Pag.8 - Pag. 9. Enjoy!
Da uno degli sketchbook di Chris Riddell. Per gentile concessione dell'autore.
Nel pomeriggio sono nelle prime file della sala che ospita l'incontro con Riddell, stracolma di persone di ogni età anche se bambini e ragazzini paiono, giustamente, in maggioranza.
Supportato da una valida traduttrice e da Ilaria Tontardini - una delle colonne dell'associazione Hamelin, che poi condurrà una sorta di mini-intervista - Riddell inizia a raccontarsi con tono lieve e divertito, usando inizialmente come supporto delle slide per poi passare al disegno in diretta. I bambini presenti seguono attenti e ridono, ma non solo loro. Riddell è infatti un ottimo conversatore, abituato a incontri di questo tipo, e tiene la scena con verve, divertendo tutti i presenti: dopotutto alle sue parole affianca... la forza "in presa diretta" del disegno!
Racconta della propria infanzia, figlio di un pastore anglicano, e di come ai lunghi e noiosi sermoni del padre preferisse di gran lunga disegnare, su incitamento della madre, immaginando duelli tra cavalieri e castelli in fiamme.

Tra i libri che ama e che hanno segnato il suo immaginario cita (disegnando) tre titoli: Lo Hobbit di Tolkien, Il leone, la strega e l'armadio di C. S. Lewis e Don Chisciotte di Cervantes.
A questi aggiunge Moby Dick, consigliando di leggerlo e rileggerlo "magari quando si è un po' più grandi."
Riddell ha poi rivelato di come sparisca dal mondo semplicemente uscendo di casa, percorrendo un piccolo sentiero e arrivando nel suo studio, dove dal suo tavolo da disegno materializza le sue fantasie e le sue storie, spesso dimenticandosi del mondo esterno.
Sorridendo ammette: "Sono stato un padre un po' assente per le mie figlie." E aggiunge: "Una volta sono stato per un qualche negli USA per un tour promozionale in diverse città del Paese. Di ritorno a casa, mia figlia mi ha salutato con un semplice 'ciao papà'. E io: 'Ma come, non mi abbracci? Non ti sono mancato? Ero in America!' E lei: 'Davvero? Pensavo che fossi a disegnare dietro il giardino, come al solito!'
Risate di tutta la sala.
Da uno degli sketchbook di Chris Riddell. Per gentile concessione dell'autore.
Alla domanda della Tontardini "Che differenza c'è quando scrivi e disegni le tue storie rispetto a quando collabori con un altro scrittore?", Riddell risponde: "Scrivo e disegno le miei storie perché altrimenti non potrei scrivere certe cose sciocchine che scrivo... " [risate]
"Mi piace anche collaborare con altri autori, così fanno tutto loro. Mi diverto specialmente se sono scrittori di straordinario talento come Neil [Gaiman]."

"I tuoi libri sono pieni di creature fantastiche ma... c'è un qualche legame con la vita reale?"
"Ma certo! Molti personaggi sono ispirati a persone reali, ad  esempio Mr. Munroe [un personaggio di Ottoline]. Lui è stato ispirato da mia figlia che quando si lavava si lavava i capelli se li pettinava tutti sul viso. Una sera scese così in salone e mi fece venire un colpo!
Su Facebook una mamma mi ha scritto: vedevo la TV e a un certo punto è apparsa Marilyn Monroe e ho chiesto a mia figlia piccola se la conoscesse. Lei. 'No, mamma, non conosco la signora Monroe ma conosco Mr. Monroe!'. Per me è stata una grande rivincita!"
Chris Riddell a Tuttestorie 2015. Foto di Paciolus.
[Dal pubblico] "Ti piacerebbe fare fumetti? Intendo, un libro solo a fumetti?"
"Assolutamente! Il fumetto è una forma artistica straordinaria. Ho sentito un editore che sarebbe interessato. Mi ha detto: 'ecco, ti metti lì e lavori... ti ci vorranno tipo 5 anni.'
Allora, forse ci sarà d'aspettare. Credo che racconterei la storia di un cinquantenne che sta perdendo i capelli e che nella sua vita ha letto troppi libri di fantascienza. Ti fa venire in mente qualcuno?"
E voilà: edizione di Coraline del decennale con la firma di... entrambi gli autori!
Il generoso omaggio di Chris Riddell. Sentitamente ringrazio!
Per chi fosse interessato ad altre informazioni su Riddell consiglio oltre a fare una, ovvia, ricerca su Google, due link: questo (in Italiano) e questo (in Inglese).
Dedica sull'edizione Italiana de  La regina del bosco. Anche Riddell mi chiama... "smokey"!

recensioni in 4 parole [35]

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Tanti ingredienti. Forse troppi.
Biliardino
Prima regola: non rullare.
Quaderni giapponesi
Illuminante zibaldone di vite.
Little Nemo: Return to Slumberland Vol. 1
Si ricade nel Sogno.
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Abbiamo detto 4 parole su:
Morgan Lost N.1- L'uomo dell'ultima notte
Soggetto e sceneggiatura: Claudio Chiaverotti
Disegni: Michele Rubini
Copertina: Fabrizio De Tommaso
Editore: Sergio Bonelli Editore;
Formato: brossurato, 98 pagine, colore
Prezzo: € 3,50
Anno di pubblicazione: 2015
Per qualche parola in più: QUI e QUI

Biliardino
Storia e disegni: Alessio Spataro
Editore: Bao Publishing
Formato: brossurato, 296 pagine, colore
Prezzo: €21
Anno di pubblicazione: 2015
Per qualche parola in più: QUI

Quaderni giapponesi
Storia e disegni: Igort
Editore: Coconino Press
Formato: brossurato, 184 pagine, colore
Prezzo: €19
Anno di pubblicazione: 2015
Per qualche parola in più: QUI

Little Nemo: Return to Slumberland Vol. 1 (in Inglese)
di Eric Shanower (testi), Gabriel Rodriguez (disegni), Nelson Daniel (colori)
Editore: IDW
Formato: brossurato, 88 pagine, colore
Prezzo: $9,99
Anno di pubblicazione: 2015
Per qualche parola in più: QUI

UltraComics: SUPERIDOL di W. Ellis e C. Doran

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SUPERIDOL (c) Warren Ellis and Colleen Doran.
Continuano i recuperi da Ultrazine.org, e stavolta, sempre dalla sezione UZ-Exclusives, "tocca" a... SUPERIDOL, eccellente short scritta, oramai oltre un decennio fa, da WARREN ELLIS e illustrata da COLLEEN DORAN.

Il fumetto fu pubblicato originariamente nel 2002 su Artbomb.net (dove è ancora disponibile: qui) e successivamente proposto su Ultrazine su autorizzazione degli autori. La traduzione italiana fu curata da Omar Martini & smoky man, il lettering realizzato da Roberto Ledda. 
La qualità delle immagini che ho recuperato non è eccelsa, me ne scuso anticipatamente. 
SUPERIDOLè copyright (c)Warren Ellis and Colleen Doran. 

Warren Ellis, non credo necessiti digrandi presentazioni: è uno degli sceneggiatori di comics più noti, prolifici e influenti. Tra le numerose opere da lui ideate segnalo i classici Transmetropolitan, Authority e Planetary (DC Comics) e i più recenti Moon Knight (Marvel) e Injection (Image).

Colleen Doranè un'autrice e illustratrice con una carriera trentennale. Creatrice della serie A Distant Soil (Image) ha lavorato su titoli a fumetti quali The Sandman, Wonder Woman e Legion of Superheroes (DC). Il suo libro più recente è l'autobiografia a fumetti di Stan Lee.

Per maggiori informazioni su: 
WARREN ELLIS, visitate il suo sito: qui.
COLLEEN DORAN, visitate il suo sito: qui.
Buona lettura!
 

SUPERIDOL (c) Warren Ellis and Colleen Doran.

Lucca 2015 e... l'amore!

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Manifesto dell'edizione 2015 di Lucca, opera di Karl Kopinski.
Dopo il reportage da Angoulême e quello dell'ARF, il buon amico ANDREA PAU chiude l'annata calando il tris e regalandoci un bel resoconto della sua Lucca, edizione 2015 (29 Ottobre - 1 Novembre).

Andrea Pauè autore della serie di romanzi Rugby Rebels (Einaudi Ragazzi); insieme a Jean Claudio Vinci ha creato il fumetto Radio Punx, leggibile anche su Verticalismi.

Un corposo grazie fumoso ad Andrea per... la disponibilità e l'ottimo lavoro!
L'AMORE AI TEMPI DI LUCCA COMICS
un reportage diAndrea Pau 

Gianfranco Manfredi sul suo Facebook diceva di aver letto i reportage di un sacco di persone su questa Lucca Comics e nemmeno uno che raccontasse di aver scopato, durante la fiera.
Beh.
Saltiamo i particolari scabrosi, così potrete godervi la giornata tipo del visitatore di Lucca Comics (sarò breve, come disse Pipino).

LA MATTINA
Se non avete una casa dentro le Mura, e venite da Monte San Quirico, è d’obbligo far colazione da Marinella. Mentre risucchiate un tè caldo e vi mangiate una pasterella (ricordatevi che da queste parti si chiamano, inevitabilmente, ‘pezzi dolci’), potete leggere i gioviali articoli della stampa locale. Il primo giorno titolavano ‘L’invasione del popolo dei comics’, il venerdì come vedete nella foto.
Per il sabato probabilmente avranno scritto qualcosa di misurato tipo “L’assalto dei fumettisti”, “Il flagello degli inchiostratori”, “La peste bubbonica dei nerd”.
Dopo aver trovato fortunosamente parcheggio in un campo di girasoli, oltrepassate le Mura ed ecco la prima buona notizia di Lucca 2015: LA FIERA È VIVIBILE, ALLELUJA! So che pare incredibile, ma invece di restare incasellati per otto ore tra un Naruto e un disegnatore dotato di cartella A2, quest’anno potete persino arrivare da un punto A a un punto B senza dover scomodare un’ambulanza.
Sono miglioramenti sostanziali rispetto all’edizione di un anno fa, e bisogna fare i complimenti a chi ha cercato nuove soluzioni (il tetto massimo di biglietti? Diversa dislocazione dei padiglioni? Irripetibili preghiere a Shub Niggurath?).

Arrivate in piazza San Michele, ed ecco la seconda buona notizia: C’È LA BATMOBILE, CRISTOSANTO. LA BATMOBILE! Restate in adorazione come davanti a una batmadonna, poi vi fate forza e viaggiate verso Piazza Napoleone.
Bat-figate!
E poi verso il padiglione Games. 
Folla immane ai Games.
E poi verso il Family Palace (dove potrete farvi passare per un seienne con la barba e sparare con le Nerf). In questo dolce girovagar, potrete incontrare ospiti della manifestazione come Paul Azaceta, cocreatore di Outcast, il nuovo fumetto di Kirkman; Asaf Hanuka, bravissimo autore israeliano che ha disegnato Il Divino, libro che vi aveva talmente affascinato ad Angouleme da comprarne l’edizione francese (voi che di francese notoriamente capite enormi cazzi); Pierdomenico Baccalario, scrittore  che presentava The Lock, progetto editoriale sviluppato a metà tra il Giappone e l’Italia da Gakken e Atlantyca Entertainment; Kim Jung Gi, illustratore coreano che è un vero fenomeno: in area performance disegnava soggetti difficilissimi come i cavalli – in prospettiva, per giunta!-  senza nemmeno la traccia a matita… peccato che come narratore a fumetti sia troppo barocco, per non usare epiteti di cui potreste pentirvi; gli illustratori Otto Schmidt e Luis Quiles. Potreste trovare anche Herbie Brennan e Robert Kuntz che conoscete anche se leggete pochissimo fantasy e durante i giochi di ruolo vi addormentate con crasse russate. 
I "disegnini" di Kim!
Dopo tutto questo popò di gente, potreste accorgervi che è ora di 

PRANZO

Come sempre, la vostra meta preferita è Pinelli, la magica pasticceria che, oltre ai già citati pezzi dolci, propone appetitosi  pezzi salati  i cui prezzi – giuda ballerino, che calembour!- non sono affatto salati. Ahahahah, quanto siete matti!
Il pomeriggio potreste andare assistere a qualche incontro, a un educational, a uno showcase… insomma, fate un po’ il cazzo che vi pare, magari iniziando con le mostre. Lo so, non vi piace essere roboanti o sensazionalisti, sono caratteristiche che non vi appartengo MAPPORCOGGIUDA, QUANTO ERANO UNA BOMBA!

Entrate nella prima sala, dedicata a Bonvi e  alle Strurmtruppen. Perdetevi nella personale di Richard McGuire, nelle illustrazioni tratte da Qui, istantanee che raccontano le storie di alcuni luoghi, dalla preistoria al futuro prossimo venturo. Fatevi percuotere dalla passione dei ciclisti dipinti da Kopinski, dove il colore pastoso cola come il sudore, trasmettendo tutta la fatica del gesto sportivo. Inginocchiatevi dinanzi al genio di  Tuono Pettinato, che racconta la sua mostra in prima persona (o meglio, la fa raccontare dal suo avatar disegnato).
Rideren con Bonvi.
I luoghi di McGuire.
Il sofferente Pantani di Kopinski.
Ma ohibò, ecco che qualcosa vi turba. Uno stimolo più forte ancora dell’arte, naturale eppure maledetto: cercate un cesso, orsù. Spingete la vostra ricerca fino ai locali della Fondazione Banco di Lucca. A quel punto venite attratti da un cartello e cominciate a salire le scale, senza farvi scoraggiare dai gradini.
Lassù, all’ultimo piano, troverete la personale di Stefano Faravelli. Non avete mai sentito parlare di lui? Probabile, ma appena vedrete un suo quadro, sarete fatalmente trascinati dentro i suoi paesaggi. Dai carnet di viaggio alle panoramiche a metà tra realismo e ricostruzione onirica, la sua arte giocosa vi farà passare quasi un’ora fuori dalla follia della fiera. Ascoltatelo mentre spiega il suo lavoro, perché usa le parole come magia. Faravelli è puro magnetismo.
I paesaggi di Faravelli.
Lasciata la mostra e vi viene in mente che, affascinati, non avete fatto pipì. Infilatevi in un Sebach. Uscite che è già il

TRAMONTO
Fate una capatina allo stand Panini, arrivate in quello Bonelli. Osservate l’automobile che sta all’esterno. Si tratta di Monolith, la macchina protagonista del film tratto dal fumetto di prossima pubblicazione di Recchioni, Uzzeo e LRNZ. Sì, perché quest’anno la terza notizia è che: IL FUMETTO INCONTRA LE ALTRE ARTI. Bonelli la fa da padrone: oltre al film, a breve sarà coinvolta in una serie tv (The Editori is in, che racconta la quotidianità di un redattore che viene in contatto diretto con autori e, soprattutto, con i personaggi della casa editrice, in un connubio di animazione e live action). Ma sono importanti anche progetti come Ernest Egg, che nasce libro, vuole crescere board game e, intanto, è quasi diventato un film in stop motion! Onore agli autori (il buon Paul Izzo su tutti) che hanno coinvolto nel progetto uno come Claudio Di Biagio. Il regista, già odiato/amato per il fanfilm su Dylan Dog, è un noto youtuber, e non è l’unico saltato a bordo del carrozzone lucchese. Nel gigantesco stand Shockdom, ad esempio, erano ospiti i Nirkiop e il bravo Dario Moccia, e in generale gli scambi tra i due ambiti sono sempre più stretti. Qualcuno li guarda con sufficienza, ma voi siete per niente schizzinosi: come nella società reale, credete che la commistione tra persone con interessi diversi possa creare ibridi molto interessanti anche nel fumetto. Soprattutto quando c’è il talento: a usare una webcam sono bravi tutti, a sapere come utilizzarla con gusto, no.

Tornate in Piazza Napoleone e nello stand di Edizioni BD notate un autore internazionale. Spalancate gli occhi: è un autore  maturo; uno che ha lavorato con un personaggio leggendario, entrato nell’immaginario dei suoi lettori grazie a storie di violenza e redenzione; uno che dall’America ha conquistato tutto il mondo. No, non sto parlando di James O’Barr, l’acclamato autore del Corvo, ma del disegnatore che gli sedeva a fianco: Daniele Serra, che ha illustrato una storia del mai troppo lodato scrittore texano Joe R. Lansdale. Sfogliate il libro di Daniele, ammirate quel suo tratto sporco e scuro ed esplodete in espressioni di sorpresa.

Poi lasciate piazza Napoleone, oltrepassate il cortile degli Svizzeri, infilatevi in Self Area e guardatevi attorno: è pieno di fumetti! Certo, voi siete sagaci e sapete bene che i fumetti si trovano anche in fumetteria, ma alla Self Area trovate soprattutto roba che in libreria non arriverà mai. Sfogliate, sfogliate. Sfogliate Mother, progetto collettivo di Delebile, che nasconde vere perle dentro un contenitore dalla grafica curata. Aprite Rock Motel (Squame), libro bellissimo che contiene un centinaio di illustrazioni raffiguranti icone del rock. Fatevi attrarre da La rabbia del canarino (Incubo alla balena), antologia di racconti brevi dai tratti spesso ostici e dalla narrazione altalenante (su tutte, la allucinata storia casalinga di Niccolò Tonelli vale il prezzo del libro). Ammirate il quarto numero della saga di Black Block, dei ragazzi di Damage Inc.

Poi fermatevi da loro: i Mammaiuto, collettivo che da anni regala via web fumetti di qualità sempre sopraffina. Quest’anno, i gran visir della Self Area sono protagonisti di due colpacci: hanno vinto la menzione speciale del Gran Guinigi con From Here to eternity di Guarnaccia(libro che fortunatamente avete comprato l’anno scorso, dato che è esaurito) e hanno tirato fuori un antologico di storie con un unico soggetto, che è anche il titolo del volume: Un ragazzo parte per un viaggio ferisce qualcuno non torna più a casa.
Stanno per chiudere i padiglioni, quando tornate in piazza del Giglio a comprare Amazzoni (Passenger Press): un insieme di autori bravissimi dentro una curata confezione pocket.
Puccini by night.
È SERA, ORMAI.
Infilatevi al Caffè del Mercato, fermatevi a riflettere: Lucca quest’anno pare meglio degli anni scorsi. Ordinate un peschino: sia mai che è migliorato anche lui. Sorseggiatelo. Niente da fare, resta ancora troppo legato alla tradizione. Cercate un ristorante dove mangiare, avete l’imbarazzo della scelta… se trovate un posto libero, otto volte su dieci mangerete bene. Se siete davvero fortunati, potreste capitare a cena a casa delle editor più brave del fumetto italico, e durante l’agape improvvisare con gli altri ospiti una tavola rotonda sulla scena fumettistica nazionale: Gipi, Fior, Pira, Ratigher, Reviati, Sio e chi più ne ha. Uscite satolli, e 
Lucca notturna.
LA NOTTE
vi avvolge. Vi dirigete al Borda Fest, che durante il giorno ospitava incontri e mostra mercato di autoproduzioni, mentre la notte presenta concerti e decibel e luci soffuse e gente che urla per parlare e birre che non si capisce bene da dove arrivino.
Concludete poi la serata in Piazza Anfiteatro: là, dove i confini si annullano e il mondo del fumetto è un’unica isola felice lambita da ondate di birra dozzinale; là, dove l’autoproduttore parla con Manara che parla con un letterista che parla con Liberatore che parla con voi.
Innamoratevi venti volte delle fumettiste, attaccate bottone, poi tornate a casa sconsolati.

Diavolo di un Manfredi, quanto aveva ragione.
Sardi uniti a... Lucca!

Alan Moore e la saggezza su Twitter

Buon 62, Alan! (da Mammaiuto & smoky)

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Alan Moore ritratto da Lorenzo Palloni.
Oggi ALAN MOOREcompie 62 anni... e per augurare buon compleanno al Bardo di Northampton stavolta si fanno le cose in grande, grazie al coinvolgimento degli amici di MAMMAIUTOche generosamente si sono offerti per organizzare... la "festa" a sorpresa!

Breve e doverosa parentesi: MAMMAIUTOè una delle realtà più interessanti emersa in questi ultimi anni nel panorama fumettistico italiano, una realtà da seguire senza se e senza ma, sul loro sito (in prima battuta) e attraverso le loro pubblicazioni! 
"Mammaiutoè un’associazione formata da un collettivo di autori. Il nostro primo scopo è fare fumetti per il piacere di farli. Il secondo è raggiungere i lettori direttamente, eliminando la presenza di intermediari: tutte le storie, le illustrazioni e le strisce che produciamo sono sempre disponibili gratuitamente on line. Le attività di vendita che intraprendiamo sono finalizzate a dare agli autori il massimo compenso possibile per il loro lavoro, e a pagare le spese vive dell’associazione. Cerchiamo di prendere ogni decisione con un processo di democrazia deliberativa e gestiamo le attività in un’ottica di completa trasparenza."

Tornando a Moore, in apertura e nel seguito potete così ammirare alcuni ritratti del nostro amato  Mago Barbuto realizzati per l'occasione dai "Mammaiuti" (che "fumosamente" e calorosamente ringrazio!). 

Buona visione e ancora... BUON COMPLEANNO, Magus!
Alan Moore ritratto da Giorgio Trinchero.
Alan Moore ritratto da Claudia "Nuke" Razzoli.
Alan Moore ritratto da Laura "La Came" Camelli.
Alan Moore ritratto da Samuel Daveti.

quando Gabos incontra il Magus

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Alan Moore ritratto da Otto Gabos.
Sopra potete ammirare un enigmatico e misterioso ritratto di Alan Moore ad opera di OTTO GABOS, tra i più apprezzati e prolifici autori italiani di Fumetto. 

Gabos, un amico di vecchia data che sentitamente ringrazio, si è così (last minute) unito, in veste di special guest, alla festa di compleanno - organizzata insieme agli autori di Mammaiuto - per il 62esimo compleanno dell'autore di V for Vendetta e Watchmen!

In alto i calici allora e... BUON COMPLEANNO, Magus!

recensioni in 4 parole [36]

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L'Arte: magnifica ossessione.
Quando vivere è pulp.
Come si diventa grandi.
Deathco N. 1
Barocca, insulsa carnevalata nonsense.
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Abbiamo detto 4 parole su:
di Manuele Fior
Editore: Coconino Press
Formato: brossurato, 72 pagine, colore
Prezzo: € 16
Anno di pubblicazione: 2015
Per qualche parola in più: QUI

di Lorenzo Palloni
Editore: Mammaiuto
Formato: webcomics
Anno di pubblicazione: 2015
Per qualche parola in più: QUI

di Elettra Stamboulis (testi) e Gianluca Costantini (disegni)
Editore: BeccoGiallo
Formato: brossurato, 208 pagine, colore
Prezzo: €17,50
Anno di pubblicazione: 2015
Per qualche parola in più: QUI

di Atsushi Kaneko
Editore: Star Comics
Formato: brossurato, 192 pagine, b\n (inserto colore)
Prezzo: €5.50
Anno di pubblicazione: 2015
Per qualche parola in più: QUI

Thought Bubble 2015: reportage d'Albione

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Nelle stesse date dello scorso anno, si è svolto a Leeds, UK, il Thought Bubble Festival.
Anche stavolta l'evento fumettistico si è concentrato nei giorni 14 e 15 Novembre e, come per il 2014, nel seguito potete leggere il reportage dell'amico ed inviato d'eccezione... Antonio Solinas!
Buona lettura e... buona visione! (E grazie Antonio!)
Qualcuno ha detto "cavallo"?
È il secondo anno che vado a Leeds per assistere al Thought Bubble, ormai da qualche anno considerata la manifestazione fumettistica “pura” più importante del Regno Unito. E a ragione: la fiera dello Yorkshire punta tutto sul fumetto, eliminando ogni associazione forzata con altre branche dell’entertainment, e la scelta si sta rivelando vincente, come testimonia la costante crescita di pubblico nel corso degli anni e l’espansione fisica dei luoghi della fiera. Del resto, la qualità degli ospiti presenti parla da sola: a parte molta della “crema” del fumetto UK, il TBF sembra aver forgiato un solidissimo legame con la Image, ospitando alcuni dei più interessanti autori d’oltreoceano del momento.
Il festival ruota attorno a una serie di eventi che si svolgono durante tutto il mese di novembre, ma la mostra mercato è stata aperta durante il fine settimana del 14-15 novembre con una serie di talk che, come ogni anno, complice la ressa del pubblico, mi sono perso interamente. Peccato perché sulla carta alcuni erano molto interessanti, ma la prospettiva di fare lunghe file non mi attrae più. "Life is too short" (come diceva il maestro di vita Todd Shaw)!

Anche quest’anno la location è stata la stessa, i Leeds Dock, nei pressi del fiume, e si sviluppata in tre ambienti principali: il Marquee, una tensostruttura che conteneva grossa parte degli ospiti americani, la sala New Dock Hall in cui erano ospitati alcuni autori ed editori in massima parte britannici e la sala Royal Armories Hall, accanto all’interessante museo delle armi, che era dedicata soprattutto alla small press.
Una caratteristica molto interessante della fiera è che riesce a bilanciare in maniera perfetta le varie anime del “consumo” fumettistico da parte dei fan: infatti, all’aspetto “collezionistico” legato alle firme e alle commission, che riguarda soprattutto gli autori americani, impiegati in batteria ad accontentare i fan con disegni a pagamento e dediche, si affianca quello più informale dell’incontro fra autori e appassionati, che hanno la possibilità di chiacchierare con i propri beniamini in luoghi più rilassati.

Ma Leeds è anche il posto dove “le cose succedono”, evidentemente. Ciò sembra confermato dalla visita di Shelly Bond, boss della Vertigo, vista da lontano in un elegante completino mod a pallini neri che fa pendant col caschetto (negli anni scorsi, in pratica fino al 2010, era stata Bristol a essere il tradizionale feudo della DC nel Regno Unito).

Ma le fiere, almeno per me, sono fatte soprattutto delle persone che le frequentano, e quindi vado a elencare quello che ho trovato più interessante quest’anno:
1) David Aja assediato dai fan per due giorni di fila (ci ho scambiato due parole mentre cercava dei regalini per i figli piccoli);
2) Rick Remender inavvicinabile, con file spaventose (il più gettonato in assoluto, quest’anno);
3) il simpatico Wes Craig, disegnatore del “mio” Deadly Class (messaggio pubblicitario: se non lo avete ancora letto, l’edizione italiana è in ristampa e merita);
4) Sean Phillips e Ducan Fegredo, sempre più in simbiosi e rilassati dopo aver evidentemente incassato bene al tavolo, quest’anno;
5) l’elegante Rian Hughes e una discussione su Serge Clerc e sul fumetto europeo;
6) gli affabili Peter Doherty (grande disegnatore e colorista), Rob Williams, Frazer Irving e Si Spurrier e signora;
7) Chris Weston e la sua maglietta di The Filth, l’unico acquisto che mi sono permesso quest’anno;
8) il bravissimo JAKe, che mi presenta sempre come “questo è il tizio che mi segnala sempre la roba rap migliore”;
9) il rapper DMC, con cui abbiamo discusso di batterie elettroniche (“all our beats were made on the DMX, that drum machine went hard!”) e di Larry Smith, uno dei più sottovalutati produttori di sempre, autore di album storici dei Run DMC e dei Whodini;
10) Jason Latour, con cui è solo rimandata una discussione sul Memphis rap e su Ric Flair (per i fumetti abbiamo dato);
12) il nostro Antonio Fuso e il gentleman Matteo Scalera, che ha portato nel Regno Unito i precetti del Gentlemen’s Club;
13) dulcis in fundo, la gang con cui ho passato la maggior parte del tempo quest’anno, cioè Jay Gunn (autore dell’ottimo Surface Tension) e signora, Dave Taylor (al momento al lavoro su Nowhere Men della Image), l’amico Mark (che il padrone di casa smoky man ben conosce) e Leomacse signora in trasferta.

Il tempo atmosferico non era dei migliori, ma il calore umano ha ampiamente compensato.
Al prossimo anno!
[il reportage del 2014: qui]
Alex Paknadel vigila.
Ben Templesmith sforna piccoli capolavori.
D'Israelidispensa saggezza.
Il magico Farel Dalrymple.
David Aja firma e disegna.
Ducan Fegredo saluta.
Emma Rios disegna mentre la... Dottoressa Strange esamina le tavole!
Folla ma con misura, direi.
Un hipster impegnato in discussioni di... spessore!
Jerome Opeña: ad un fan non si dice mai di no!
Rick Remender impegnatissimo.
Matteo Scalera concentrato sul da farsi.
Il sempre ottimo Sean Phillips.
Wes Craig: è tempo di sketch!
Cosplayers go home!!!

recensioni in 4 parole [37]

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A 200 all'ora.
Paper Girls N. 1
Adolescente è l'avventura.
Nel gorgo dell'orrore.
Quando i mondi collidono.
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Abbiamo detto 4 parole su:
di LRNZ (dialoghi: Alessandro Caroni)
Editore: Bao Publishing
Formato: brossurato, 160 pagine, bianco e nero
Prezzo: € 23
Anno di pubblicazione: 2015
Per qualche parola in più: QUI

Paper Girls N. 1(in Inglese)
di Brian K. Vaughan (testi), Cliff Chiang (disegni), Matthew Wilson (colori)
Editore: Image Comics
Formato: spillato, 48 pagine, colore
Prezzo:  $ 2,99
Anno di pubblicazione: 2015
Per qualche parola in più: QUI(in Inglese) 
 
di Andrea Cavaletto (testi), Renato Riccio (disegni), Francesco Biagini (disegni)
Copertina: Lucio Parrillo
Editore: Edizioni Inkiostro
Formato: spillato, 32 pagine, bianco e nero
Prezzo: € 4,00
Anno di pubblicazione: 2015
Per qualche parola in più: QUI

Barrier N.1(English/​Spanish)
di Brian K. Vaughan (testi), Marcos Martin (disegni) & Muntsa Vicente (colori)
Formato: webcomics
Anno di pubblicazione: 2015
Per qualche parola in più: QUI (English)

1963: Hypernaut di Alan Moore e Steve Bissette

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Hypernaut. Illustrazione di Stephen R. Bissette e Jay Piscopo.
Nel 1992 nasceva la Image Comics.
Nel 1993 Alan Moore faceva il suo ritorno al genere supereroistico, dopo anni di assenza e la complicata esperienza editoriale della Mad Love, sul "mitico"Spawn N. 8.
In realtà il primo incarico di Moore per Image fu la miniserie 1963, creata insieme a Steve Bissette e Rick Veitch. Il primo numero di 1963 uscì a poca distanza dall'albo di Spawn: composta da sei numeri - tutti per i testi di Moore - che presentavano una bizzarra squadra di supereroi anni '60, chiaro pastiche dei primi tempi della Marvel Comics, la mini era un tentativo di ritorno all'innocenza e alle avventure strampalate della Silver Age andate perdute nell'epoca post-Watchmen e post-Cavaliere Oscuro. La miniserie si sarebbe dovuta concludere con un Annual, per i disegni di Jim Lee, con lo scontro tra gli eroi del 1963 e quelli più steroidei e dark della Image del 1993.
L'Annual non fu mai realizzato, scomparso tra le mille sollecitazioni di un mercato frenetico, i cambiamenti della Image, le tensioni tra i fondatori e i mille impegni di Lee.
Nel 1998 Moore, Bissette e Veitch si divisero i diritti dei personaggi da loro creati.

Nonostante il buon successo di vendite e di critica, la miniserie non è stata mai ristampata a causa - per quanto noto - dell'opposizione di Moore (mentre marginale appare lo status di 1963 quale "opera incompleta") sebbene siano stati effettuati, negli anni, alcuni tentativi - non andati evidentemente a buon fine - con diversi editori americani.

Nel 2010 Bissette annunciò l'intento di ritornare all'universo di 1963 utilizzando i soli personaggi di cui detiene i diritti. Fu annunciato un imminente volume ma finora l'unica pubblicazione apparsa è stato un albetto di 16 pagine (maggiori info qui e qui).
Nel 2013, stante l'impossibilità di ristampa o di altro utilizzo per via del veto di Moore, Bissette "autorizzava" la pubblicazione\divulgazione delle tre storie a cui lavorò a suo tempo per la miniserie originale. Qui i dettagli.
Seguendo queste indicazioni il critico Bob Heer pubblicò il materiale online sul sito, appositamente creato per l'occasione, 63comic.

Ed eccoci a noi. Ho scelto una (tra le mie preferite nell'intera miniserie) di queste storie - The Hypernaut in: "It Came From... Higher Space!"- e l'ho tradotta, con la supervisione dell'amico Antonio Solinas. Ho deciso di postare le immagini sfocate delle tavole in questione, indicando lì i numeri dei balloon tradottie rimandando, nel link sotto la figura e in quello indicante il numero di tavola, all'immagine in chiaro direttamente al sito di Heer.

Prima di lasciarvi alla lettura (e magari a un prossimo approfondimento sull'intera vicenda di 1963, ma non prometto nulla) vi segnalo un testo apparso tempo fa su Fumettologica sull'argomento e le Annotazioni alla serie, per aggiungere qualche dettaglio.
Buona visione!

[Ah, ovviamente adoro 1963 e sarei molto lieto che prima o poi venisse raccolta in un bel volume e magari proposta anche in edizione Italiana. Nel 2016, Moore compirà... 63 anni. Che sia un buon segno?]

NO ONE ESCAPES… THE FURY™ and TALES OF THE UNCANNY™ are trademarks of Stephen R. Bissette, all rights reserved. The Fury, Hypernaut, Sky Solo, and N-Man are © and ™ Stephen R. Bissette, by contractual arrangement with the original co-creator, all rights reserved.

The Hypernaut in: "It Came From... Higher Space!"
Story © Alan Moore/Stephen R. Bissette/Chester Brown
Lettering by John Workman, Colours by Tony Tollin
Edited by Rick Veitch and Stephen R. Bissette
Traduzione italiana: smoky man
Supervisione italiana: Antonio Solinas
TAVOLA 1. Qui per vedere l'immagine originale.

Titolo 1
OLTRE L'UMANO C'È... L'IPERNAUTA!

1. "GLI ASTRI GIÙ SCAGLIARON LANCE, INONDANDO IL CIEL DI PIANTO..."
N.d.T: Estratto dalla poesia di William Blake The Tyger.

2. I NOMI PIÙ COMUNI DELLE STRADE AMERICANE: 1. PARK; 2. WASHINGTON; 3. MAPLE; 4. OAK; 5. LINCOLN...

3. LE BASI COSTITUENTI IL DNA SONO ADENINA, GUANINA, TIMINA E CITOSINA...

Titolo 2
LA COSA DALL'N-SPAZIO!
N.d.T: Possibile rimando al film degli anni '50.

Credits
TESTI CIBERNETICI............................................ AFFABILE ALAN MOORE
MATITE POST-UMANE........................................ SOLIDO STEVE BISSETTE
CHINE ARTIFICIALMENTE INTELLIGENTI.... CARISMATICO CHESTER BROWN
LETTERING LOGARITMICO.............................. GIOVIALE JOHN WORKMAN
KIT DEI COLORI................................................... TORREGGIANTE TONY TOLLIN
TAVOLA 2. Qui per vedere l'immagine originale.
TAVOLA 2
1. BEH, QUEEP, PER OGGI SONO STATO A MOLLO ABBASTANZA NELLA VASCA DELLA CONOSCENZA.

2. È ARRIVATO QUALCHE MESSAGGIO SULLA LINEA SATELLITARE MENTRE ERO IMMERSO?

3. QUEEP! QUEE.. EEP!

4. UN MESSAGGIO DA INFRAMAN! DEVE TRATTARSI DEL TOMORROW SYNDICATE!

5. A MENO CHE AMMONITE O COSMAX NON SIANO TORNATI PUÒ ASPETTARE FINO AL CONTROLLO DI STATO DI IPERBASE 1.

6. VEDIAMO... GLI SCUDI SUL LATO VERTIZZONTALE SINISTRO SEMBRANO TENERE DOVE LI HO SOSTITUITI DOPO CHE TALPAFALENA LI HA SGRANOCCHIATI IL MESE SCORSO!*

7. D'ALTRA PARTE LO SPIN DELLO STABILIZZATORE INTERNO-ESTERNO HA BISOGNO DI UNA SISTEMATA SE VOGLIAMO RIMANERE IN ORBITA DIETRO LA LUNA!

8. POSSO SISTEMARLO ABBASTANZA FACILMENTE SENZA DOVER FONDERE LA MIA COSCIENZA CON L'IPERBASE. UNA SEMPLICE ALTERAZIONE NEL PROGRAMMA DOVREBBE FUNZIONARE...

9. FATTO!

10. * SU “RACCONTI DELL'INCREDIBILE” N. 43: “SE QUESTO È TALPAFALENA!”. ALTRUISTICO ALAN!

11. ORA FORSE POSSO RILASSARMI UN PO' PRIMA DI GUARDARE IL MESSAGGIO DI INFRAMAN....

12. … ANCHE SE NON È AUTENTICO RELAX, VERO QUEEP?

13. QUEEEP?

14. NON HO MUSCOLI DA RILASSARE; UNA MENTE CHE MAI SI STANCA O DORME!

15. RILASSARSI È SOLO UN'ABITUDINE DI QUANDO DAN STEVENS ERA ANCORA CARNE E OSSA!

16. “SE VOGLIO PROVARE QUALCOSA, RICORDO LE SUE EMOZIONI! RICORDO LA SUA PAURA QUANTO IL PROTOTIPO DI JET CHE STAVA TESTANDO INIZIÒ A DISINTEGRARSI!”
TAVOLA 3. Qui per vedere l'immagine originale.
TAVOLA 3
1. “RICORDO IL SUO DOLORE, CRIVELLATO DAI ROTTAMI METALLICI ESPLOSI DAL MOTORE DIFETTOSO… “

2. “… E, MORIBONDO, IL SUO STUPORE QUANDO UN DISCO VOLANTE USCITO DRITTO DA UN LIBRO DI FANTASCIENZA APPARVE DAVANTI AI SUOI OCCHI E LO CATTURÒ CON IL SUO RAGGIO TRAENTE!”

3. “NON VIDE MAI I SUOI BENEFATTORI. NELLA NEBBIA DELL’ANESTETICO RIMANGONO SOLO SFOCATI RICORDI DEI LORO MACCHINARI CHIRURGICI MENTRE CERCAVANO DI SALVARE IL SUO CORPO FERITO!”

4. “AHIMÈ, FU TUTTO VANO! ALLA FINE, AI SOCCORRITORI ALIENI DI STEVEN NON  RIMASE CHE UNA SOLUZIONE: SMANTELLARE IL SUO CERVELLO, ATOMO PER ATOMO, CON LA LORO TECNOLOGIA LASER…

5. “… E AL CONTEMPO COPIARNE CON PRECISIONE LE CONNESSIONI IN UN NUOVO INVOLUCRO CIBERNETICO!”

6. “DAN STEVENS MORÌ. SOLO LA SUA MENTE SOPRAVVISSE COME… L’IPERNAUTA!”

7. “MEMBRO DI UNA GILDA DI ESSERI FANTASTICI PROVENIENTI DA CENTINAIA DI MONDI DIVERSI, SALVATI IN PUNTO DI MORTE E RINATI IN UN NUOVO CORPO!”

8. MA SONO DAVVERO RINATI OPPURE NOI IPERNAUTI SIAMO SOLO DELLE COPIE ARTIFICIALI PRIVE DI ANIMA..?

9. HMM? CHE SUCCEDE, QUEEP?

11. SI È ACCESO UN ALLARME SUL MONITOR DI CONTROLLO IPERSPAZIALE!

12. FORSE C'È  UNA FALLA NEI GENERATORI PARALOGICI CHE PERMETTONO L'ESISTENZA DELL'IPERBASE NELLO SPAZIO REALE! TIENITI FORTE, QUEEP! SARÀ MEGLIO DARE UN'OCCHIATA PRIMA CHE QUESTO POSTO IMPLODA!
TAVOLA 4. Qui per vedere l'immagine originale.
TAVOLA 4
1. NELL’IPER-HANGAR SEMBRA TUTTO A POSTO. ERO PREOCCUPATO PER UN MALFUNZIONAMENTO DELLA TUTA A STELLA DI NEUTRONI DOPO AVERLA USATA PER SCONFIGGERE COSMAX!*

2. SE AVESSE INIZIATO A PIEGARE LO SPAZIO INTORNO A SÉ, AVREBBE POTUTO GIUSTIFICARE IL DISTURBO NEL MONITOR, MA NON È COSÌ! DEVE TRATTARSI DI QUALCOS’ALTRO.

3. * VEDI I RACCONTI DELL’INCREDIBILE N. 40, “LA VENUTA DI COSMAX!”… ABILE AL!

4. SEMBRA CHE POSSIAMO ESCLUDERE ANCHE LA GALLERIA DELLE MERAVIGLIE!

5. PERSINO LE REGIONI DI FLATLANDIA CHE TENGO QUI, ABITATE DA ESSERI BIDIMENSIONALI, NON POSSONO AVER CAUSATO UN SIMILE DISTURBO NEL TESSUTO DELLO SPAZIO!

6. QUEE-EEP! QUEEP!

7. CHE SUCCEDE, QUEEP? I POTERI INTUITIVI DEL TUO CERVELLO TRILOBATO TI HANNO AVVISATO DI QUALCOSA?

8. FORSE C’È UN PROBLEMA LÀ NEL CYBERDROMO?

9. SANTO HEISENBERG! AVEVI RAGIONE!

10. M-MA CHE SUCCEDE? SEMBRANO FETTINE DI PASTRAMI CHE SI MATERIALIZZANO IN QUELL’INCRESPATURA DELLO SPAZIO AL CENTRO DEL CYBERDROMO!

11. ORA QUELLE FETTINE SI STANNO ESPANDENDO, DIVENTANO TRIDIMENSIONALI, QUASI COME CIAMBELLE FATTE DI CARNE!

12. COSA DIAMINE STA SUCCEDENDO?

13. EER NNART LOBL? WOHMN BEEBLP CNUR?

14. QUEEEEEP!

15. METTITI IN SALVO, QUEEP! LE FORME DIVENTANO SEMPRE PIÙ COMPLESSE E LA COSA FA DEI STRANI SUONI! PENSO SIA... VIVA!
TAVOLA 5. Qui per vedere l'immagine originale.
1. UTI ALS, UBEC TSER!

2. SATULI CEBU-TSER...

3. SS... SAL-UTI, CUBE-STRE! PER FAVORE PER-DONA LA MIA VOCE. È COSÌ DI-FFI-CILE CREARE DEI SUONI IN QUESTO MEZ-ZO!

4. QUEEEP!

5. MA NON SONO QUI PER FARE CON-VER-SA-ZIO-NE.

6. SONO QUI PER DI-STRUGGERTI!

7. ALLONTANATI, QUEEP! QUALSIASI COSA SIA QUESTA CREATURA SEMBRA PORTI PROBLEMI!

8. QUELL'AMMASSO DI PARTI ORBITANTI, SEMBRA QUASI UNA MANO,  VIENE VERSO DI ME!

9. FORSE È ORA DI INSEGNARE A QUESTO INTRUSO COME CI SI SENTE A FERMARE UN IPER-RAGGIO!

10. SCIOCCO! I TUOI PO-TERI NON SIGNIFICANO NIEN-TE PER UNO CHE PUÒ PIEGARE LO SPAZIO COSÌ FACILMENTE COME TU PIEGHI QUESTO FO-GLIO DI CAR-TA!

11. QUEEEEEP!

12. AAAAAAAGH! MI... MI SONO COLPITO ALLE SPALLE!

13. LA TUA IPERGEOMETRICA STA-ZIONE SPAZIALE FACEVA PEN-SARE CHE POTESSI ESSERE SUFFICIENTEMENTE EVO-LUTO DA SVENTARE I MIEI PIANI!

14. E-VI-DEN-TE-MEN-TE, NON AVREI DOVUTO PREOC-CUPARMI!

15. I SENSORI DI DANNO STANNO URLANDO! DEVO FUGGIRE E GUADAGNARE UN PO' DI TEMPO!
TAVOLA 6. Qui per vedere l'immagine originale.
TAVOLA 6
1. SCAPPI, PICCOLO CUBE-STRE?

2. NON C'È PO-STO DOVE NASCONDERSI! AI MIEI OCCHI L'INTERA BASE È DISPIEGATA DI FRONTE A ME COME UNA PLANIMETRIA!

3. ANDIAMO VERSO LA SEZIONE GAMMA, QUEEP! LO CHIUDIAMO DENTRO!

4. TU NON CA-PI-SCI! POSSO VEDERE ATTORNO AI MURI E DENTRO SPAZI CHIUSI, COSÌ COME POSSO VEDERE CHE NON C'È NULLA DI U-MANO DEN-TRO LA TUA ARMATURA!

5. QUESTO È INCREDIBILE! NEPPURE I MIEI PIÙ CARI AMICI UMANI SANNO QUESTO DI ME!

6. LA TUA CASA E IL TUO COR-PO SONO LI-BRI A-PER-TI PER ME! E QUELLO CHE POSSO VEDERE LO POSSO ANCHE RAGGIUNGERE.

7. QUELLA MANO CHE SBUCA DAL NULLA! N-NON PASSA ATTRAVERSO LA PORTA... IN QUALCHE MODO CI PASSA INTORNO!

8. LE MIE SCU-SE! NON DE-VE ESSERE PIA-CE-VO-LE PER UN CUBE-STRE VENIRE TRASCINATO IN UN MONDO DI IPERPRI-SMI E TES-SE-RAT-TI!

9. AAAAAGH!

10. QUEEEEEEEEEEP!

11. SE AVESSI SAPUTO CHE LA TUA PADRONANZA DI UNA TEC-NO-LO-GI-A SU-PE-RIO-RE NON RAPPRESENTAVA UNA MINACCIA TI AVREI LASCIATO VI-VE-RE...
12. … AL-MENO FINO A CHE IL MIO PIA-NO NON SI FOSSE COM-PIU-TO!  MA DAL MO-MENTO CHE SONO QUI, POSSO ANCHE UC-CIDER-TI!

13. CHE COSA È QUESTA CREATURA? E DA DOVE È SBUCATA FUORI?
TAVOLA 7. Qui per vedere l'immagine originale.
TAVOLA 7
1. MI HA LANCIATO ATTRAVERSO IL MIO CYBERQUADRO CHE CONTIENE LA SOTTILE SEZIONE DI FLATLANDIA!

2. SPERO DI NON FAR DEL MALE AGLI ABITANTI BIDIMENSIONALI CHE LA ABITANO!

3. QUEEP? QUEEEEEP?

4. AAAH! NON PREOCCUPARTI, QUEEP! STO BENE, AMICO MIO. I MIEI CIRCUITI REGISTRANO SOLO UN LIEVE TRAUMA!

5. FINORA SONO STATO FORTUNATO! UN ALTRO ATTACCO SIMILE POTREBBE ESSERMI FATALE!

6. D'ALTRA PARTE, FORSE IL MIO ANTAGONISTA MI HA AIUTATO LANCIANDOMI COSÌ SU FLATLANDIA!

7. FORSE SENZA VOLERLO MI HA DATO UN'IDEA SU CHI SIA E DA DOVE PROVENGA!

8. “GLI ABITANTI DI FLATLANDIA PERCEPISCONO LE COSE IN DUE DIMENSIONI! QUANDO HO ATTRAVERSATO IL LORO MONDO HANNO VISTO SOLO PEZZI DISCONNESSI DELLA MIA FIGURA, QUANDO QUESTA INTERSECAVA IL LORO DOMINIO!”

9. “ALLO STESSO MODO, SE UN ESSERE QUADRIMENSIONALE ENTRASSE NEL NOSTRO MONDO, NOI VEDREMO DELLE DISCONNESSE SEZIONI TRIDIMENSIONALI, INCAPACI DI CAPIRNE LA LOGICA SOTTOSTANTE! PENSO CHE IL NOSTRO VISITATO PROVENGA DA UNA DIMENSIONE SUPERIORE, QUEEP...”

10. QUEEEEP!

11. … E STA VENENDO DRITTO QUI!

12. BEH, ALMENO SO CHE NON HA SENSO NASCONDERSI! COME HA DETTO, PER LUI QUESTO POSTO È PIÙ COME UN PIANO CHE UN AMBIENTE SOLIDO!

13. AHH! ECCOTI!
TAVOLA 8. Qui per vedere l'immagine originale.
TAVOLA 8
TI STO ASPETTANDO, MOSTRO IN 4-D!

SORPRESO, EH? NON PENSAVI CHE AVREI SCOPERTO DA QUALE DIMENSIONE PROVIENI? BEH, L'HO FATTO E SONO PRONTO A FAR FRONTE A QUALSIASI TUO ATTACCO!

SEI INTELLI-GENTE E CORAGGIOSO, PICCOLO CUB-ESTRE MA NESSUNA DI QUESTE QUA-LI-TÀ TI SALVERÀ!

COME PEN-SI DI FRONTEGGIARE UN NE-MI-CO CHE PUÒ GUARDARTI NEGLI OCCHI E AL CONTEMPO...

… COLPIRTI ALLE SPALLE?

GHAAAAAAAAAAAGH!

AAAGHHH...

BUTTARTI DI QUA E DI LÀ FINO A SPEZZATI RICHIEDE TROPPO TEMPO! E HO I MIEI PIANI DA REA-LIZ-ZARE!

FOR-SE POTREI FINIRTI USANDO UNA DELLE TUE AR-MI CUB-ESTRI CHE HAI QUI IN GI-RO!

QUESTA, PER E-SEM-PIO! VEDIAMO CHE COSA FA, CHE DICI?

NO! QUELLA È UNA CHIAVE TERMICA! SERVE A FRAMMENTARE ASTEROIDI! NON...

EEEAAAAARRGGGH!
TAVOLA 9. Qui per vedere l'immagine originale.
TAVOLA 9
1. ANCORA IN PIE-DI? SEI BEN CO-STRUI-TO, CARO AMICO RO-BO-TI-CO! MA UN ALTRO COLPO DOVREBBE FI-NIR-TI!

2. NO. BASTA. PER FAVORE, MI UCCIDI…

3. MA CERTO! L’IDEA È QUELLA!

4. AAAAAAAGGGH!

5. QUEE-EE-EEP!

6. CADI, MALEDETTO! PERCHÉ NON CADI?

7. N-NON POSSO MORIRE… FERMARTI… DEVO FERMARTI…

8. DEVO…

9. FINALMENTE! L’IPER-NAU-TA, IL SO-LO CHE POTEVA FERMARMI, È DI-STRUT-TO!

10. PRESTO, TUTTI GLI AL-TRI SU-PER-ES-SE-RI CHE DI-FENDONO QUESTO MONDO LO RAGGIUNGERANNO NELLA MORTE!

11. Q-QUEEEEP?

12. IN QUESTO E NEGLI AL-TRI MONDI!

13. ?

14. TRA NON MOL-TO, L’INTERA TERZA DI-MEN-SIO-NE CADRÀ AI MIEI PIEDI! 4-D MAN REGNERÀ SUPREMO!

15. QUEEP?
TAVOLA 10. Qui per vedere l'immagine originale.
TAVOLA 10
1. SPERAVO CHE NON CAPISSE CHE LA MIA CEREBROSFERA FUNZIONA IN MODO INDIPENDENTE!

2. SPERIAMO CHE QUEEP SIA ABBASTANZA FURBO DA REGGERSI FORTE! NON POSSO AVVERTIRLO DEL MIO PAINO SENZA LO SPEAKER!

3. EH? MA CHE…?

4. PREGO SOLO CHE BUTTARSI COSÌ AL SUO INTERNO FUNZIONI!

5. PER LUI SONO INCONSISTENTE COME UN PUNTO SENZA ALCUN SPESSORE LO SAREBBE PER ME! POSSO SCIVOLARE TRA GLI ATOMI QUADRIMENSIONALI DEL SUO CORPO!

6. QUEEEP!!
QUEEEE—
EEEEEEP!

7. CE L’HO FATTA! SONO AL SUO INTERNO! SE I MIEI CALCOLI SONO CORRETTI QUESTI INFINITI METAFISICI PROLUNGAMENTI IN CUI STIAMO VOLANDO SONO IL CERVELLO DELLA CREATURA!

8. ESISTENDO AD ANGOLI RETTI RISPETTO AL NOSTRO UNIVERSO, ESENTE DALLE NOSTRE LEGGI FISICHE, È PIÙ GRANDE ALL’ESTERNO CHE ALL’INTERNO! QUESTE INCREDIBILI FORMAZIONI DEVONO ESSERE LE SUE SINAPSI E GANGLI NERVOSI!
TAVOLA 11. Qui per vedere l'immagine originale.
TAVOLA 11
1. ORA METTIAMO IN ATTO LA FASE DUE DEL PIANO!

2. VEDIAMO CHE SUCCEDE SE SCARICO LE INFORMAZIONI CHE HO ASSORBITO PRIMA DALLA VASCA DELLA CONOSCENZA DIRETTAMENTE NEL SUO CERVELLO!

3. BEH, NON SUCCEDE NULLA…

4. LE BASI COSTITUENTI IL DNA SONO ADENINA, GUANINA, TIMINA E CITOSINA...

5. I NOMI PIÙ COMUNI DELLE STRADE AMERICANE: 1. PARK; 2. WASHINGTON; 3. MAPLE; 4. OAK; 5. LINCOLN...

6. "GLI ASTRI GIÙ SCAGLIARON LANCE, INONDANDO IL CIEL DI PIANTO..."

7. NO! CHE SUC-CE-DE? UNA MASSICCIA ONDATA DI IN-FOR-MA-ZIO-NE A-LIE-NA INVADE LA MIA MENTE!

8. STA-TI-STI-CA! STO-RIA! MU-SICA! MI FARÀ IMPAZZIRE!

9. FRANCO-BOL-LI! POE-TI I-TA-LIANI! LE OSSA DELL’ORECCHIO IN-TERNO! NON POSSO RESISTERE!

10. DEVO ALLONTANARMI DA QUESTA DI-MEN-SIO-NE PRI-MA CHE MI DI-STRUG-GAAAAAAA

11. È FATTA! È SVANITO!

12. E SONO RIUSCITO A USCIRE PRIMA CHE LA FORZA DELL’IMPLOSIONE COLPISSE ANCHE NOI!

13. QUEEP! QUEE.. EEP!?

14. POVERO QUEEP! VORREI POTERGLI DIRE CHE IL NOSTRO NEMICO È SPARITO! CHE SIA TORNATO AL SUO MONO O DISTRUTTO PER SEMPRE NON IMPORTA!

15. È FINITA… ALMENO PER ORA!
TAVOLA 12. Qui per vedere l'immagine originale.
TAVOLA 12
1. MA STAVOLTA CI SIAMO ANDATI DAVVERO VICINO! CHI PUÒ DIRE CHE COSA SAREBBE SUCCESSO SE LA MIA CEREBRO SFERA FOSSE ANDATA DISTRUTTA NELL’IMPLOSIONE?

2. FORSE DOVREI COPIARE LA MIA COSCIENZA IN MEMORIE ESTERNE E CONSERVARLE DA QUALCHE PARTE?

3. IN QUESTO MODO, IN CASO D’EMERGENZA, AVREI DELLE COSCIENZE DI RISERVA COSÌ COME HO DEI CORPI SOSTITUTIVI!

4. QUALE DOVREI INDOSSARE? LA MACRO-TUTA È TROPPO INGOMBRATE E IL G-BODY È UTILE SOLO SU PIANETI COME GIOVE!

5. BEH, PENSO CHE SCEGLIERÒ DI NUOVO IL MODELLO STANDARD!

6. FORSE UN GIORNO PROVERÒ QUALCOSA DI PIÙ STRANO COME IL CYBER-GEL!

7. NEL FRATTEMPO, CASA È DOVE METTO LA MIA TESTA!

8. AAH, COSÌ VA MEGLIO! RIESCO GIÀ A SENTIRE I CIRCUITI CHE SI SCALDANO!

9. QUEEP? QUEE---EEP!

10. ECCO!

11. TUTTO A POSTO, QUEEP! SONO TORNATO! NON PENSAVI MICA CHE UN DEMONIO QUADRIMENSIONALE MI AVREBBE SCONFITTO, EH?

12. QUEEEEP! QUEE-QUEE-EEEEEP!

13. INVECE È STATO LUI AD ESSERE SCONFITTO! INSIEME AI SUOI MISTERIOSI PIANI… QUALSIASI ESSI FOSSERO!

14. LA TERRA È ANCORA UNA VOLTA SALVA! CON NOI QUI, SUL LATO OSCURO DELLA LUNA, A VEGLIARE SU DI ESSA!

15. ORA… DOPO LA CYBER-COLAZIONE E QUESTO ALLENAMENTO, SONO PRONTO PER DARE UN’OCCHIATA AI MESSAGGI!

16. NON AVEVI DETTO CHE C’ERA UNA COMUNICAZIONE DA INFRAMAN?

17. QUEEEEP!

18. FINE

The Hypernaut in: "It Came From... Higher Space!"
Story © Alan Moore/Stephen R. Bissette/Chester Brown
Lettering by John Workman, Colours by Tony Tollin
Edited by Rick Veitch and Stephen R. Bissette
Traduzione italiana: smoky man
Supervisione italiana: Antonio Solinas

NO ONE ESCAPES… THE FURY™ and TALES OF THE UNCANNY™ are trademarks of Stephen R. Bissette, all rights reserved. The Fury, Hypernaut, Sky Solo, and N-Man are © and ™ Stephen R. Bissette, by contractual arrangement with the original co-creator, all rights reserved.

Alan Moore presenta Jerusalem!

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Foto di Mitch Jenkins.
Qualche giorno fa sul sito di Gosh!è apparso il blurb, una breve sinossi, scritto da Alan Moore per presentare il suo secondo, attesissimo romanzo intitolato Jerusalem.  
L'uscita del volume - di cui Moore realizzerà anche l'illustrazione di copertina - è attesa per Settembre mentre in Italia il tomo è stato annunciato, tempo fa, da Rizzoli Lizard
Segnalo inoltre che Moore parla a lungo di Jerusalem in quest'intervista, tradotta e proposta nel 2012 su questo stesso blog.

Il testo di "presentazione" di Moore è come al solito caratterizzato da una prosa iper-densa ed evocativa. Nel seguito "azzardo" una traduzione (un grazie all'amico Antonio Solinas per il prezioso supporto), col solo scopo di promuovere l'opera nell'attesa di potermi immergere, quanto prima, in un libro che promette d'essere davvero epocale: enjoy!

Testo originale © Alan Moore
Traduzione italiana: smoky man
Supervisione italiana: Antonio Solinas

Nel mezzo miglio quadrato di decadenza e demolizione che fu la capitale Sassone d'Inghilterra, l'eternità sta bighellonando tra i palazzoni, trappole in caso d'incendio. Incastonato nella sudicia ambra della narrazione del quartiere tra i suoi santi, re, prostitute e derelitti, un genere diverso di tempo si sta manifestando, una sudicia simultaneità che non fa differenze tra le pozzanghere color benzina e i sogni spezzati di chi si fa strada tra di esse. Demoni, menzionati l'ultima volta nel Libro di Tobia, aspettano in trombe delle scale che puzzando d'orina, gli spettri delinquenziali di bambini sfortunati erodono le fondamenta del secolo scavando tunnel, e nei salotti di sopra operai col sangue d'oro riducono il fato a un torneo di biliardo.

Viottoli scomparsi dispiegano la loro voce, composta da parole perdute e un dialetto dimenticato, per raccontare leggende spezzate e resoconti di incredibili genealogie, storie familiari di disonore, follia e meraviglia. C'è una conversazione nell'esterrefatta cupola della cattedrale di San Paolo, un parto sul selciato di Lambeth Walk, una coppia separata seduta per tutta la notte sui freddi gradini della facciata di una chiesa gotica, e un neonato che si sta strozzando a causa di una pastiglia per la tosse per undici capitoli. Una mostra è in via d’allestimento e, in cima al mondo, un vecchio nudo e un bellissimo bambino morto si sfidano correndo lungo gli Attici del Respiro verso la morte termica dell'universo.

Un'opulenta mitologia per coloro senza un soldo bucato, lungo le strade e le pagine labirintiche di Gerusalemme camminano fantasmi che cantano di ricchezza e povertà; d'Africa, d'inni e del nostro logoro millennio. Discutono dell'Inglese come lingua visionaria, da John Bunyan a James Joyce; parlano per ore dell'illusione della mortalità post-Einstein e insistono che il peggior slum è la sacra città eterna di Blake. Impetuosa nel suo immaginario e stupefacente per portata, questa è la storia di ogni cosa, raccontata da bassifondi scomparsi.
[Alan Moore]

Il testo originale  © Alan Moore può essere letto qui.

opinioni sul fare fumetti... [13]

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1953: Ragazzini leggono Mighty Mouse, il primo comic book in 3D.
Mentre incombe l'annuale edizione del Festival di Angoulême (28-31 Gennaio) e le varie polemiche legate al Grand Prix non si placano, mi sono "permesso" di tradurre due interventi apparsi lo scorso anno scritti da due autori - per par condicio, un uomo (NOAH VAN SCIVER) e una donna (COLLEEN DORAN) - su temi (direi) di rilievo quali "come vivere facendo fumetti" e "cosa spinge a fare fumetti e/o cosa serve per farli".
In alcuni passaggi i due articoli sembrano in contrasto e presentano punti di vista diversi (in effetti è possibile che la Doran faccia proprio riferimento al post di Van Sciver ma non ne sono sicuro e non credo che, in ogni caso, sarebbe rilevante) ma comunque restano una lettura interessante e... formativa. Enjoy!
Noah Van Sciver.
Noah Van Sciverè uno dei più importanti autori dell'attuale scena indipendente americana. Di recente Coconino ha pubblicato il suo graphic novel Saint Cole. L'articolo che segue è stato pubblicato da Van Sciver, sul suo blog, il 27 Ottobre 2015.

Non c'è una scorciatoia.
di Noah Van Sciver

Ogni tanto mi scrive qualcuno per sapere come fare ad entrare nell’ “industria” dei comics. Mi mandano un link al loro webcomic oppure delle jpeg di loro lavori e mi chiedono dei consigli.
Ammetto che il mio primo pensiero è che abbiano visto i miei fumetti, pensino che facciano schifo e assumano che debba conoscere chissà quale segreto.
A volte non rispondo perché alla luce della mia esperienza molte persone in cerca di un “consiglio” non voglio sentirsi dire altro se non “ragazzo, non hai bisogno di consigli! Ma dov'eri? Sei incredibile e già il migliore! Lascia che ti dia qualche indirizzo email di contatti top secret!”

Non sapevo assolutamente quello che stavo facendo quando ho iniziato a pubblicare i miei fumetti. Semplicemente leggevo fumetti e... disegnavo fumetti. Ho disegnato un sacco di fumetti. Ma davvero un fottio di fumetti. Ad essere onesti, in 11 anni di lotte e trionfi ho capito alcune cose ed ecco i miei consigli:

1. DISEGNA FUMETTI

Dici di voler diventare un disegnatore di fumetti. Guardati! Quanto tempo passi a disegnare? Hai dei quaderni per schizzi che riempi? Sii onesto con te stesso: ti piace davvero disegnare? È qualcosa che faresti anche se dovessi abbandonare il sogno di diventare un ricco fumettista professionista?
Per mia esperienza un sacco di gente passa anni a disegnare splash page e mute scene d’azione con protagonisti uomini forzuti che combattono tra loro, oppure draghi o roba simile. Forse hanno qualche pagina di studi di personaggi che sono semplicemente la loro versione di quelli della  Marvel o della DC. Impiegano anni a riempire un portfolio per riuscire a portalo in giro per le convention e importunare così editor e disegnatori.
Nessuno di loro è sincero con se stesso riguardo le proprie capacità. Forse sei bravo a disegnare. Ma quando impieghi a disegnare le canoniche 24 pagine? Per te è una cosa estremamente difficile da fare? Se disegnare 24 pagine di una storia è troppo difficile allora non hai quello che serve. Per l'amor di Dio pensaci: se disegnare è così difficile e ti richiede così tanto tempo per quale cazzo di motivo allora pensi di voler diventare un disegnatore di fumetti professionista? Che cosa hai in testa? Se ti dessero una possibilità non sapresti cosa fartene, vero?

2. SCRIVI FUMETTI
Impara a raccontare una storia. Può essere molto difficile ma è davvero la polpa di ogni fumetto. Sono le proteine. Ci sono un sacco di fumetti senza sostanza nel mondo. Pieni di… nulla. Sii uno scrittore e comunica qualcosa attraverso i tuoi fumetti. Dopo un po’ di tempo diventerai bravo nel farlo e la gente si ricorderà di te. Il tuo lavoro verrà stimato e la gente si sentirà soddisfatta leggendo una tua opera. Questo è il tipo di fumettista a cui ambire.
Ma ricorda: probabilmente per parecchio tempo i tuoi fumetti faranno schifo. Ci vuole tempo per costruirsi un’identità artistica e trovare la propria voce. E trovare la propria voce non è qualcosa che puoi fare… andando a cercarla. Probabilmente non ti renderai neppure conto quando lo starai facendo! È una roba da pazzi. Occorre solo fare un sacco di fumetti di cui poi ti vergognerai. Ma in questo non c’è nulla di sbagliato. Perché dovrebbe importartene? Dopotutto sei convinto di voler diventare un fumettista, vero? Si tratta di un impegno a lungo termine. Disegnerai fumetti fino a quando non morirai! Sei davvero convinto di questo, no?

3. FATTI VEDERE
Tieniti pronto a viaggiare, amico. Tieniti pronto ad avere un banchetto a ogni convention o festival indipendente a cui puoi partecipare. Sii preparato a rimetterci dei soldi. Tieniti pronto a fare umilianti sessioni di firma in fumetterie in cui si farà viva una sola persona che ti starnutirà addosso. Se vuoi diventare parte di quest’ambiente, semplicemente partecipa. Inserisciti nel giro. Porta con te i fumetti che hai auto-prodotto e vendili. Incontra chiunque stia facendo quello che tu vorresti fare. Non startene a casa a disegnare pensando che a qualcuno importi quello che fai. Devi essere lì, dietro quel banchetto, a stringere mani e poi a prenderti il raffreddore e l’influenza come tutti noi.
Non c’è una scorciatoia.

4. FAI CIRCOLARE I TUOI LAVORI
Fai autoproduzione e spedisci i tuoi fumetti per essere recensiti ai blog. Vai alle convention e dai i tuoi fumetti agli autori che ammiri. Dai i tuoi fumetti agli editor.
Proponi i tuoi fumetti per antologie, postali su Facebook, Tumblr e in tutti i vari social che ormai spuntano come funghi. FALLO! Diffondi i tuoi lavori più che puoi.

5. TROVATI UN IDOLO
Ovviamente il mio idolo è sempre stato Robert Crumb. Ho iniziato a stampare i miei fumetti quando lavoravo in un negozio di bagel. Ero un solitario. Avevo abbandonato il college e non avevo alcuna prospettiva. Ma volle il fato che mi imbattessi nel film Crumb dopo aver praticamente noleggiato ogni cosa disponibile dal locale Blockbuster. E visto il film non l'ho mai più restituito.
Al lavoro ho iniziato a sognare ad occhi aperti di diventare un fumettista underground. Ho letto tutto quello che trovavo di e su Crumb. Mi ha dato la carica. Mi ha influenzato profondamente e mi ha dato una educazione artistica completamente nuova. Grazie a Crumb ho scoperto Kurtzman, Jack Davis, Will Elder e le pubblicazioni della Fantagraphics. Grazie ai libri Fantagraphics ho scoperto il mondo del Fumetto alternativo! È stato l'inizio di qualcosa di fondamentale per la mia vita. Adoravo l'idea di vendere alla gente i miei fumetti per strada, come aveva fatto Crumb, e riuscire a pubblicare sulle riviste underground (o sulle fanzine, come le chiamavamo ai miei tempi).
L’influenza di Crumb mi ha davvero fatto da guida come artista. All’inizio fotocopiavo i miei albetti, li piegavo, pinzavo e andavo nella 13th avenue a Denver (una lunga strada piena di negozi) e li lasciavo sui davanzali delle vetrine affianco ai flyer pubblicitari delle band. Il mio unico scopo, al tempo, era quello di farmi conoscere in ogni modo, non importava come. Mi ricordo ancora la prima email che ho ricevuto su uno dei miei fumetti. Un ragazzo mi scriveva per dirmi che aveva trovato uno dei miei albi inzuppato fradicio - una mattina dopo un temporale -  attaccato al porticato di casa. La cosa mi rese felicissimo.
Credo che avere un idolo, come ho fatto io, possa aiutare ad andare avanti. Pensi “voglio diventare come lui. Come ci è riuscito?” e, se tutto va bene, questo ti darà una spinta che non si esaurirà.

6. LA DURA VERITÀ
È stato già detto milioni di volte da ogni autore, me incluso. Ma lo dirò di nuovo.
Questa non è una carriera. John Porcellino una volta mi disse che ogni autore di fumetti “professionista” ha un segreto di qualche tipo. Ad esempio i nonni sono morti e hanno lasciato loro un’eredità, oppure il partner ha un ottimo lavoro e li sostiene.
Il Fumetto è un piccola, piccola forma d’Arte rivolta a un pubblico davvero ridotto.
Dici che vuoi campare facendo solo fumetti? Scordatelo.
Nonostante questo vuoi ancora fare fumetti? Lo farai?
Congratulazioni! Sei un vero fumettista! Benvenuto!

[L'articolo originale, in Inglese, può essere letto qui]
Colleen Doran.
Colleen Doran, autrice da noi nota soprattutto per i disegni di alcuni episodi di Sandman e le collaborazioni con Warren Ellis (nonché per la autobiografia di Stan Lee di prossima pubblicazione in Italia) scriveva, l'8 Novembre 2015, quando segue:

SI PUÒ VIVERE FACENDO FUMETTI?
di Colleen Doran

Ho letto un pezzo in cui si affermava che nessuno riesce a vivere facendo fumetti e che la maggior parte delle persone fanno un altro lavoro oppure hanno un coniuge o altre risorse finanziare a sostenerli. E ho pensato, beh sai che ti dico, probabilmente è vero ma lo stesso discorso vale per qualsiasi altra attività artistica, no?

Neppure la maggior parte dei musicisti & attori lavorano continuativamente nel loro ambito artistico. È difficile vivere d’Arte. Personalmente ci sono riuscita e va abbastanza bene ma si sta sempre sulle montagne russe.

Se uno dice che è un anno difficile, la gente gongola. Se dici che è un buon anno, la gente si lamenta che te la stai tirando. Sembra che le persone dell’ambiente del Fumetto abbiano soltanto due tipi di atteggiamenti: schadenfreude e invidia.

Nelle annate buone ci si prepara per quelle cattive. In quelle cattive si spera che la ruota giri e che arrivino quelle buone. Negli anni buoni si saldano i debiti contratti in quelli cattivi. E così si va avanti.

Attualmente i miei compensi sono abbastanza alti: ammettiamo che questo spinga alcuni a odiarmi ma ci saranno altri per cui questa notizia sarà una fonte di speranza.

È possibile vivere facendo Fumetti. E vivere bene. Se si ha da offrire qualcosa che la gente desidera comprare.

Qualcuno starà digrignando i denti per la rabbia nel sapere che per me non è stato un brutto anno, perché ognuno ha la propria lista di artisti non meritevoli d’avere successo. È una cosa davvero triste perché è il pubblico pagante che fa quella scelta, non loro.

E sebbene sia vero che raramente un autore di fumetti è in grado di vivere di questo mestiere, dal 1986 ad oggi, ho avuto soltanto un anno in cui non sia riuscita a farlo.

Ci sono molte persone che affermano che un autore, un artista che non riesce a sostenersi con le proprie opere non è un vero artista. Ma nessuno dice che non sei un “vero” cassiere di banca se il tuo partner ti aiuta ad andare avanti, no?

Ridurre la questione artista-guadagno ad un binario “bianco o nero” è deleterio. Se i tuoi lavori non ti stanno rendendo ricco sfondato la gente penserà che fanno schifo. Se i tuoi lavori ti stanno rendendo ricco sfondato allora devi essere un venduto. E se non sei ricco, dovresti abbandonare l'ambito artistico e trovarti un vero lavoro.

Le persone diventano molto permalose quando si parla del loro status e valore nell'ambiente del Fumetto; furiose quando non vengono considerate dei professionisti se non hanno pubblicazioni o reddito a supporto di questa loro rivendicazione; si irritano quando non ottengono spazi alle convention o non viene chiesto loro di intervenire agli incontri col pubblico; diventano livide quando non vengono invitate ai party, alle cene per poter frequentare gli autori di prima fascia.

Nessuno dice che tu non sia un autore quando non ti invitano a parlare ad un incontro. Semplicemente non sei stato invitato a parlare ad un incontro.

Non importa quello che fai o quanti soldi riesci a fare con la tua Arte, ci sarà sempre qualcuno a cui “non andrà bene”. Per cui fai Arte comunque.

È possibile vivere facendo fumetti. Non è molto probabile ma nel caso non ci riuscissi questo non fa di te un cattivo fumettista. Per cui... fai fumetti.

Il trucco, se non riesci a vivere facendo soltanto fumetti, è riuscire a trovare un modo per finanziare i tuoi lavori.

Non essere un artista professionista a tempo pieno non significa che non sei un artista. Non significa che non sei in gamba. Puoi essere un ottimo "dilettante". Puoi essere un ottimo semi-professionista.

Continua a fare Arte perché è quello che vuoi fare. E se arrivano i soldi, ottimo. Perché vivere bene (e io ci sono riuscita) facendo quello che si ama è davvero meraviglioso.

E ti auguro che succeda anche a te.

Buona fortuna.
[L'articolo originale, in Inglese, può essere letto qui]
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